L’erogazione dell’acqua è a rischio nei bacini settentrionali del cosentino. Coldiretti Calabria fa propria la protesta dei lavoratori del Consorzio.

Il momento è molto grave soprattutto per la pandemia. E gli agricoltori del consentino di tutto hanno voglia che di avere una scarsità d’acqua a causa di una serie di situazioni che si sono innescate al Consorzio di Bonifica di Mormanno, tra cui anche stipendi non pagati ai dipendenti. Così vive un momento poco tranquillo l’ente irrigatore e lo rileva pure, con una certa preoccupazione, il Presidente della Coldiretti Calabria, Franco Aceto, in merito alla protesta dei lavoratori del Consorzio organizzata dalle sigle sindacali Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil che, hanno annunciato di non garantire più il servizio irriguo agli agricoltori della Piana di Cammarata e della Piana di Sibari, “aree strategiche – commenta Aceto- dell’agroalimentare di qualità”. Siamo costretti davanti alla sordità della Regione Calabria a proclamare come agricoltori lo stato di mobilitazione, perché persistono le resistenze della burocrazia regionale che nega diritti acquisiti dai Consorzi, seppur convalidati da atti e delibere. Si sceglie, infatti, come alternativa, che gli Enti consortili, vigilati dalla Regione, che svolgono un ruolo fondamentale e gestiscono azioni finalizzate all’irrigazione e nel contempo alla sicurezza territoriale, alimentare ed ambientale debbano, per avere riconosciuti i loro diritti, rivolgersi ai tribunali. Tra l’altro, siamo preoccupati che questo tipo di protesta e di atteggiamento possa trasferirsi anche in altre aree consortili e allora il danno sarebbe irreparabile! Una Regione –alza il tiro il presidente di Coldiretti – che si sottrae alle proprie responsabilità forse per coprire sacche di inefficienza del passato, negando quindi impegni assunti, dovute alla mancata imputazione delle somme spettanti ai Consorzi nei bilanci regionali. Il caso macroscopico – prosegue Aceto – è stata l’approvazione dei Piani Industriali dei Consorzi da parte della Regione, nei quali in modo molto chiaro ed evidente venivano fissate regole e impegni precisi anche perché gli Enti, e tra questi il Consorzio di Mormanno, si sono fatti carico del personale a Tempo indeterminato assunto dai Commissari regionali e così come anche il mutuo relativo ai pessimi risultati delle sciagurate gestioni commissariali del vecchio Sibari-Crati, che si sono protratte per oltre 50 anni. La Regione lascia quindi i Consorzi completamente a bocca asciutta, pur sapendo di sapere! In un periodo di emergenza come quello che da oltre un anno stiamo vivendo, con l’impossibilità di incassare tributi, senza possibilità di dialogo con l’Istituzione regionale si chiede ai Consorzi e ai suoi lavoratori di svolgere regolarmente il proprio compito facendo finta che tutto sia normale. Di solito – aggiunge Aceto – sono una persona che nelle scelte e decisioni opera con equilibrio cercando di trovare soluzioni e contemperando gli interessi in campo, ma in questo caso, con senso di responsabilità dico ai decisori politici di non cadere in un possibile tranello della burocrazia regionale che resistendo ad ogni cambio di maggioranza ha come unico scopo difendere se stessa e sfuggire dalle responsabilità. Tra l’altro – prosegue Aceto – pare che oltre alla palese insufficienza dei fondi previsti dalle Leggi regionali 26/75 e 11/2003 che assegnano agli 11 Consorzi calabresi per i servizi che rendono un totale di circa 1.2 milioni di €, quest’anno seppur ancora in piena emergenza Covid-19, con impossibilità di emettere i ruoli visto il blocco determinato dalle disposizioni del Governo, non verrà assegnato nemmeno il contributo regionale destinato a garantire senza interruzioni il servizio irriguo essenziale per le nostre produzioni. Con la proclamazione dello stato di mobilitazione degli agricoltori che non possono buttare all’aria il loro lavoro e prima di porre in atto idonee iniziative, condividiamo con le sigle sindacali dei lavoratori l’indispensabilità di un urgente incontro con il presidente Spirlì e l’assessore Gallo.

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