Marco Giuseppe Stefanoni: “L’app che valuta le imprese, disegna il profilo corretto ed accresce la loro competitività”

Milano sta cambiando ed il cambiamento parte sempre dalle nuove infrastrutture e dai nuovi progetti pubblici. La burocrazia però è un ostacolo gigantesco per la competitività soprattutto delle PMI, come se lo spiega?
“Semplice, perché non utilizza il linguaggio tecnologico di oggi. Basterebbe una sofisticata APP della Camera di Commercio, che faccia match sui dati aziendali e che crei un profilo basato sulla verità. Mi spiego meglio: gli indici di bilancio e la maggior parte dei calcoli di finanza aziendale non rispecchiano più la verità aziendale: ci sono aziende con migliaia di dipendenti ma in fallimento; ci sono aziende che non hanno dipendenti ma hanno egualmente un fatturato molto elevato e pochi costi; ci sono aziende che non hanno dipendenti ma nonostante abbiano un fatturato molto elevato hanno molti costi e pochissimi margini; ci sono aziende con moltissimi dipendenti e un grosso margine; insomma gli indici usualmente utilizzati per le varie valutazioni aziendali li ritengo completamente obsoleti; andavano bene in un mondo primogenio, dove buttavi un sasso (dagli anni ‘50 agli anni ‘90) e cresceva una pianta; oggi applicherei indici commerciali, non contabili. La capacità di farsi pagare non è un indice ma oggi conta più del margine, giusto per capirci. Pertanto, ripeto: una meravigliosa APP rivoluzionaria per le imprese che vengano valutate e linkate ad una serie di Service Lines istituzionali, all’accumulo di stelline verdi si riesce ad entrare più facilmente in gare d’appalto per la fornitura di servizi allo Stato, nel mio caso costruzioni di infrastrutture pubbliche. Non esiste in un mondo evoluto che una NewCO, a prescindere chi siano i soci, abbia appalti milionari. Insomma chi legge bene la storia dispone del presente e chi dispone del presente predice il futuro. In conclusione: nuovi indici, nuovi profili e in base al profilo che si ha si andrà in graduatoria per l’assegnazione dell’appalto relativo”.

Lei da imprenditore Under 40 e da dottore commercialista come snellirebbe tutta questa burocrazia?
“Con una mega applicazione che faccia vedere le vere facce delle imprese, dal piccolo artigiano al grande imprenditore, e che classifichi gli stessi sulla base di indici così detti dinamici, non statici: la capacità a farsi pagare, la capacità a rispettare le obbligazioni con i fornitori commerciali, non solo con la banca, la soddisfazione dei clienti, la velocità a realizzare commesse, come il mercato vede l’impresa, la capacità al lavoro in base alle risorse. Insomma indici veri, non solamente il fatturato, gli addetti e così via, che oggi non vogliono dire proprio nulla”.

Poche aziende, soprattutto in Lombardia, possono accedere ed arrivare fino in fondo agli appalti pubblici, a essere penalizzate sono quasi sempre imprese giovani, che magari costerebbero anche meno, come e dove arginare il problema?
“Penso che sia sempre in appendice alla stessa domanda, aziende giovani, ma ottime sotto molti aspetti, non hanno la possibilità di farsi conoscere. Oggi quando si conosce una persona nuova (ahimè sempre più complicato nello specifico momento storico in cui viviamo per le restrizioni volute al fine di combattere la Pandemia da Covid-19) si possono avere subito delle prime informazioni mettendo il nome proprio e completo e il cognome su Google. Da lì varie APP, come Linkedln, Instagram, FaceBook e altre, anche più tecniche, identificano un profilo iniziale dal quale poi ci si inizia a fare un’idea per poi approfondire. Tuttavia anche queste non sono sempre chiare e subiscono la volontà di chi le carica. Per le imprese non c’è una APP tecnica e riconosciuta che abbini un disegno tecnico dell’azienda profilata, che gli interlocutori possano riconoscere e riconoscerne il valore. Come fa la mia azienda a vincere anche un modesto appalto edile magari comunale concorrendo con un colosso del settore? È impossibile, ma l’errore sta nel permettere ad una grande azienda di prendere anche appalti modesti e far gareggiare la mia piccola azienda per appalti molto grossi. Profilare le imprese bene, con una APP giusta che sia facilmente usabile da chi compete, significa dare una scala di valori alle stesse, facendo match con una scala di appalti che vanno da modesti a complessi e chi ha profilo 1 non può accedere a gare con profilo 3 e viceversa. Così non si perde tempo, si stabilizza il mercato e si cresce tutti responsabilmente e costantemente. Un’azienda con un rating a stella che fa diversi appalti con 1 stella può poi accedere ad appalti con 2 stelle e così via. Credo molto in questa idea e spero vivamente e di cuore che le Amministrazioni Pubbliche la sviluppino in fretta. Sono sempre a disposizione per dare consigli, parlare, discutere, concertare e suggerire sulla questione”.

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