Si consumano sempre più uova in Italia. L’Ismea: “Crescono gli acquisti. Prodotti sempre più apprezzati e quasi esclusivamente di origine nazionale”

Il comparto delle uova è oggettivamente tra quelli che è uscito meglio dalla situazione di crisi determinata dalla pandemia: l’Ismea, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, lo ha certificato con un report sulle uova da consumo.
Il 2020 è stato un anno caratterizzato da grandi difficoltà per molte filiere, ma il comparto delle uova è uno di quelli che meglio è uscito dalla situazione di crisi e incertezza causata dalla pandemia, incassando risultati positivi in termini di vendite. Le uova sono state tra i prodotti maggiormente apprezzati dai consumatori in Italia nel 2020: secondo il report, l’aumento degli acquisti è stato di circa il 14% in valore e del 12,5% in volume.
Sono numerosi i punti di forza che hanno avvantaggiato la filiera delle uova rispetto alle altre: quasi esclusivamente di origine nazionale, sempre più spesso provenienti da allevamenti etici, economiche, dall’utilizzo versatile, dalla facile conservazione e dall’alto valore nutritivo. Ad incentivare la scelta di questo prodotto nel 2020, considerati gli effetti della pandemia da Covid-19, vi è anche la bassa esposizione verso il canale Horeca e la presenza di una filiera integrata e autosufficiente che non ha risentito delle problematiche di approvvigionamento estero.
L’Italia, tra i principali player a livello europeo, è il quarto produttore di uova da consumo nel continente (con una produzione stimata di uova pari a circa 796 mila tonnellate), dopo Francia, Germania e Spagna.
Secondo i dati registrati in Anagrafe Nazionale, nel 2020, il 49% dei capi in deposizione è allevato a terra, il 42% in allevamenti con gabbie arricchite, il 4% in allevamenti all’aperto e il 5% in allevamenti biologici. Si assiste da tempo, inoltre, a un processo di graduale contrazione dell’offerta di uova provenienti da allevamenti in gabbie arricchite: nel 2011 l’allevamento in gabbie arricchite rappresentava il 71%, nel 2019 il 45% e nel 2020 il 42%.
Per quanto riguarda le tendenze dei consumi, il settore delle uova è, da qualche anno, fortemente influenzato dai fattori etici che stanno modificando in modo tangibile i comportamenti d’acquisto dei consumatori. A tal proposito, è sempre maggiore il numero di consumatori che, nelle scelte d’acquisto, si dimostra attento al rispetto delle condizioni di vita degli animali. Il consumo delle uova provenienti da galline allevate nelle gabbie arricchite sta registrando un declino inarrestabile. Le uova da allevamento a terra, al momento, detengono la quota principale (60%) che è anche la più dinamica: secondo il report Ismea, infatti, si è registrato un incremento dei volumi del 21% rispetto al 2019.
Le uova provenienti da allevamenti all’aperto, anche se rappresentano una piccola fetta nella distribuzione moderna (solo il 3%), hanno registrato nel 2020 incrementi del 13,4% rispetto al 2019.
Secondo il report Ismea, nel 2020 il canale di vendita presso cui sono state esitate la maggior parte delle uova confezionate è il supermercato (oltre il 39%). Aumenti di volume si sono registrati anche negli ipermercati (+9,3%), nonostante le chiusure a singhiozzo dei centri commerciali.
Il 2021 è iniziato con una situazione di mercato equilibrata, caratterizzata da una domanda piuttosto contenuta. L’unico fattore che preoccupa gli allevatori è la volatilità dei prezzi dei mangimi semplici: gli ultimi dati relativi all’indice degli input produttivi indicano, per questo inizio 2021, un incremento dell’indice di 5 punti percentuali rispetto a gennaio 2020.

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