Pari opportunità: la Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia sceglie strada gender equality. Istituita anche la commissione per la medicina di genere con otto componenti, tra donne e uomini

Maria Silvia Spinelli

La Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (Siot) ha istituito quest’anno la Commissione Pari Opportunità (Cpo) e Medicina di Genere (MdG). È la prima fra i network chirurgici italiani ad aver voluto questo organismo composto da professionisti di entrambi i sessi. La commissione si insediata l’8 marzo 2021.

Stando ai dati resi noti dalla Siot, la percentuale di ortopediche iscritte è di poco superiore al 10%.

Con questa iniziativa tutt’altro che simbolica, quindi, viene compiuto un passo importante verso la parità di genere in ambito medico-chirurgico, come è stato sottolineato dalla presidente di Women in Surgery, Gaya Spolverato e dal presidente della Siot, Paolo Tranquilli Leali, in occasione della presentazione del nuovo organismo.

Fanno parte della commissione pari opportunità Maria Silvia Spinelli (coordinatrice), Davide Bizzoca, Alberto Di Martino, Costantino Errani, Annamaria Moretti, Giusy Resmini, Barbara Rossi e Maristella Francesca Saccomanno.

Gli obiettivi alla base della Cpo sono due: l’analisi della situazione nazionale della disparità di genere in termini di rappresentanza con l’elaborazione di strategie di miglioramento, e lo studio e la promozione della medicina di genere, ovvero tutti quegli indicatori biologici e di contesto che incidono nel percorso di diagnosi e trattamento delle patologie ortopediche.

L’obiettivo di uno sviluppo senza disparità di genere è stato definito dall’ONU come una delle mete irrinunciabili del prossimo futuro, la cosiddetta Agenda 2030. Di rilievo è il Goal numero 5.

Negli ultimi due decenni anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto attenzione sul genere, definendo tale dimensione una necessità di metodo e analisi che deve rivestire un ruolo cruciale nella programmazione sanitaria, al fine di tutelare e promuovere la salute. Tappa storica per l’Italia è il decreto Lorenzin con cui è stata disciplinata la diffusione della medicina di genere nel Servizio Sanitario Nazionale.

Riviste autorevoli come il Journal of Bone and Joint Surgery e il Clinical Orthopaedic and Releated Research hanno pubblicato dati di allerta sulla bassa rappresentatività delle donne in ambito ortopedico.

Le analisi evidenziano come, seppure il rapporto tra donne e uomini sia sempre più vicino al 50 per cento tra i laureati, la percentuale di donne che sceglie la specialità ortopedica non incrementa parallelamente alle altre specialità chirurgiche. Questa tendenza di relativa negatività non viene compensata dagli uomini, che si disperdono equamente nelle altre specialità.

I fattori determinanti nella scelta di una laureata nell’intraprendere la specialità ortopedica sono due: la presenza di donne nella struttura operativa (role modeling), e il contatto con qualcuno che faccia vedere da vicino la realtà clinico-chirurgica della specialità (mentoring). Lavorare su entrambi gli aspetti, significa riuscire ad attingere a preziose risorse da utilizzare a beneficio di tutti, pazienti in primis.

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