Federico Vicino, una corretta pianificazione fiscale permette ad imprese e professionisti di risparmiare ed evita brutte sorprese

Chi ha un’attività professionale o imprenditoriale deve tener conto di una normativa fiscale che è sempre più complessa e in continuo aggiornamento. Gli adempimenti fiscali e tributari che un’impresa deve compiere incidono in maniera profonda sul business e diventano un problema se non vengono gestiti in maniera corretta. Per questo sono fondamentali una pianificazione fiscale e finanziaria con l’affiancamento di un commercialista che sia non solo un semplice contabile ma un vero e proprio business partner, come spiega Federico Vicino, giovane Dottore Commercialista dello studio FEB di Catania, laureatosi in Bocconi e che, con la serietà sul lavoro e la passione con cui esercita la sua professione, viene accreditato tra i commercialisti più richiesti nel Catanese e non solo.

Perché la pianificazione fiscale è così importante per l’impresa e per il libero professionista? 

È importante perché consente di scegliere, a fronte delle varie possibilità disponibili, l’alternativa fiscalmente meno onerosa. Con una corretta pianificazione fiscale si può ridurre al minimo il carico delle imposte e, dunque, diminuire l’impatto economico degli adempimenti fiscali sulla propria attività.

Che ruolo ha il commercialista in tutto questo?

Diciamo che oggi il ruolo del commercialista è cambiato. La sua figura non va più intesa solo come semplice contabile ma deve diventare un vero e proprio “socio in affari” dell’impresa. Un business partner deve avvicinarsi all’imprenditore, capirne le problematiche, anticiparne le esigenze e dare suggerimenti perché l’imprenditore possa occuparsi della sua attività e liberarsi da altri pensieri, come quelli di natura fiscale.  Uno dei problemi principali delle imprese, infatti, è quello di non controllare i propri numeri: quasi nessuno ha dei cruscotti di controllo che permettono di vedere in tempo reale in che direzione sta andando l’azienda.

Cosa fa il business partner?

Si parte dall’analisi del conto economico per assicurarsi che l’impresa sia in buone condizioni per poi verificare se un risultato positivo economico ha prodotto anche un risultato positivo finanziario. Se c’è uno squilibrio, il business partner deve dare l’allarme. A volte un cattivo risultato dipende da un momento difficile che sta attraversando il settore, altre volte invece bisogna sollecitare l’imprenditore a mettere in atto azioni correttive.

Quindi un business partner comunica in tempo reale eventuali problemi nei conti?

Si. Succede spesso che l’unico contatto tra l’imprenditore e il commercialista sia in fase di dichiarazione dei redditi e, in caso di problemi o difficoltà, è troppo tardi per intervenire sui conti perché l’anno fiscale è già chiuso. In questa professione, invece, la tempestività è fondamentale. Io, ad esempio, faccio un rapporto trimestrale che mostra l’andamento dell’azienda e una volta all’anno eseguo anche un’analisi del bilancio per suggerire quali voci inutili eliminare e consigliare dove sia meglio investire. Un business partner, dunque, controlla l’andamento dell’azienda per suggerire in tempo reale quali condotte adottare, compresa la finestra temporale più conveniente per fare investimenti.

Quali sono i settori in cui è più necessaria questa figura?

Un business partner è una figura utile in tutte le aziende, ma un settore che ha particolarmente bisogno dell’affiancamento è quello delle farmacie. Qui, puntando sui prodotti col margine più elevato e sull’offerta dei servizi, si può recuperare tra il 15 e il 20% di utile ogni anno unitamente ad una maggiore liquidità. Questo deve essere l’altro ruolo del commercialista: leggere i numeri cliente per cliente e prodotto per prodotto, veicolando sugli utenti i servizi e i prodotti con più alta marginalità per l’imprenditore. Inoltre, insieme a questi compiti di “controller”, il business partner deve anche fornire una consulenza dal punto di vista giuridico.

Cioè?

Per completare la strategia fiscale e finanziaria non può mancare la consulenza giuridica. Tra gli altri, quello della scelta dell’assetto societario è un elemento strategico. Dal momento che il rischio è un elemento strutturale del business, in alcuni casi conviene scegliere una forma giuridica societaria che tuteli il patrimonio. E poi, ogni assetto ha il suo tipo di tassazione e strumenti giuridici che vanno pensati sulla base delle caratteristiche di ogni impresa, per questo è importante avere un consulente che suggerisca il ventaglio di opzioni a disposizione. In questo modo le aziende possono beneficiare della maggiore liquidità generata che, altrimenti, sarebbe assorbita quasi interamente dalle pretese erariali.

 

Visita il Sito www.fiscoebilancio.com

Exit mobile version