Covid e lavoro: i suggerimenti anti-crisi dell’investitore

Cesare Rosati

L’emergenza che stiamo affrontando ha messo in ginocchio interi settori. Secondo l’analisi di McKinsey, tra quelli più colpiti, in Europa, vi sono il settore dell’accomodation e del cibo (74%), quello dell’arte e dell’intrattenimento (50%) e quello della vendita all’ingrosso e al dettaglio (44%). Chi è rimasto a galla ha saputo reinventarsi, riconfigurando gli spazi del lavoro, modificandone le politiche, riadeguando l’offerta di prodotti e servizi. Chi non è stato in grado o non ha potuto farlo, per non annegare, si è spesso trovato costretto a cambiare mestiere. La recente scomparsa del pianista jazz Adriano Urso, colpito da infarto mentre faceva consegne a domicilio, è una fotografia della questione che resterà un emblema della drammaticità di questo periodo.

Per restare nell’arte, l’ultimo a lanciare un appello è stato Shalpy, che si è detto disposto a fare il cameriere per sopperire alle condizioni di «estrema indigenza» in cui si trova. In un’intervista a Rolling Stone, il cantautore ha raccontato di aver investito tutti i suoi risparmi – poche migliaia di euro – nell’incisione di un brano «che frutterà poche centinaia di euro» e di essersi ritrovato in miseria.

«La notizia di Shalpy deve essere un monito per chi in questo momento ha per fortuna un po’ di risparmi, anche poche migliaia di euro», spiega l’investitore Cesare Rosati. «Basta un cattivo investimento per finire in miseria. Ma è anche vero che basta un buon investimento per creare la propria fortuna. Dieci anni fa, io mi sono ritrovato pieno di debiti. Non per colpa di una pandemia, ma per colpa mia. Organizzavo eventi, e un evento andò malissimo: mi indebitai con i fornitori e non sapevo come pagarli. Avevo 4.500 euro sul conto: li ho investiti in immobili, e in pochi mesi ho guadagnato 85.000 euro. Prima di farlo, ovviamente, ho studiato moltissimo per non andare alla cieca ed evitare di perdere soldi».

L’investitore, che da quel momento non si è più fermato e ha creato aziende affermate nel settore immobiliare, dà preziosi consigli a chi in questo momento si trova in difficoltà: «Bisogna sempre, e non solo nei momenti di emergenza, tenere gli occhi aperti e osservare attentamente quali sono i bisogni – sempre nuovi – delle persone. Chi sa rispondere a questi con qualità, crea business che funzionano. Nel 2013, anno nero del settore immobiliare, mentre tutte le agenzie chiudevano e le società immobiliari erano in profonda crisi, io aprivo la mia, perché offrivo soluzioni nuove alle nuove esigenze del mercato. A chi in questo momento ha anche piccole somme sul conto e un po’ di tempo per formarsi, consiglio di mettere a frutto quel poco che ha nel settore immobiliare. Ma solo dopo aver acquisito gli strumenti per farlo con competenza e consapevolezza (motivo per il quale ho fondato la IoInvesto Academy). Il settore immobiliare offre continuamente opportunità straordinarie a chi sa dove cercarle e come affrontarle, e a differenza di altri mercati vi si può investire con poco denaro o senza. Un ultimo consiglio che do, e che è alla base dell’educazione finanziaria, è quello di diversificare sempre le proprie entrate economiche. Solo così si argina il rischio di rimanere senza guadagni, perché se una situazione va male si può contare sulle altre. Anche in questo caso, crearsi delle rendite derivanti da immobili è una soluzione assolutamente indicata».

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