Centro Antitarlo Balzano, lunga vita al legno

Giuseppe Balzano

Case, musei, biblioteche, chiese: sono tanti gli ambienti dove il legno è protagonista. Ma per mantenere eterno il suo fascino è importante proteggere mobili, travi, soffitti e complementi di arredo dai tarli, animaletti poco simpatici e golosissimi di legno che possono causare danni estetici e strutturali permanenti. La soluzione? Affidarsi a professionisti come Centro Antitarlo Balzano a Boscotrecase di Giuseppe Balzano, restauratore di mobili antichi, che dal 2005 ha fatto della disinfestazione antitarlo il suo know how avanzato, dando una svolta tecnologica all’attività fondata negli anni Sessanta dal padre Aniello alle porte di Napoli.

«La nostra profonda conoscenza del settore e l’adozione di strumentazioni all’avanguardia e di standard di sicurezza ci consentono di garantire innovativi trattamenti antitarlo – spiega Balzano -. La nostra passione, la nostra professionalità, le nostre origini di restauratori e un continuo aggiornamento ci consentono di fare trattamenti antitarlo certificati e garantiti al 100%. Questo know how avanzato ci ha permesso di lavorare presso i più importanti luoghi del patrimonio artistico e culturale italiano: dalla Galleria Nazionale dell’Umbria alla Certosa di Padula, dal Museo di Santa Chiara a Napoli a Palazzo Carlo Benedetti a L’Aquila».

Il punto di partenza è la conoscenza approfondita dei materiali che consente al Centro Antitarlo Balzano di attuare il trattamento più efficace e in grado di proteggere il bene nel tempo: «La conoscenza dei materiali costitutivi del manufatto e l’individuazione della specie infestante è fondamentale per attuare un trattamento antitarlo efficace – sottolinea Balzano -. Ci avvaliamo di tecnologie differenziate per poter intervenire in qualsiasi circostanza: microonde per i beni mobili, anossia per beni di pregio, strumenti musicali, stoffe, termoinduzione per soffitti lignei, portoni, capriate e altre strutture fisse».

I tarli attaccano infatti anche i prodotti con cellulosa, e quindi carta e oggetti talassemici, si nutrono di fibre di origine naturale come stoffa e paramenti rovinando così materiali d’archivio e collezioni librarie. «Ci sono tante specie di tarli e ognuno ha una sua caratteristica – conferma Balzano -. Il loro ciclo vitale può durare da 6 mesi a 15 anni a seconda della famiglia. Individuare la specie è quindi importante non solo per il tipo di tecnologia da applicare ma anche per avviare un piano di mantenimento nel tempo più efficace possibile».

Bonificare, infatti, non significa aver risolto il problema. Nel tempo possono esserci reinfestazioni crociate in ambienti in cui sono presenti altri manufatti infestati. «La contestualizzazione è importante: un famoso entomologo diceva che se in un ambiente c’è un mobile tarlato tutto l’ambiente è a rischio, soprattutto in ambito museale – conclude Balzano -.  Ogni disinfestazione va quindi sempre contestualizzata e per questo diamo consigli per creare le condizioni idonee a mantenere un ambiente sano: penso, ai musei, a cui suggeriamo sempre di allestire una camera di quarantena per nuovi versamenti»

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