Il concetto “deep tourism” di Antonio Prota. Ogni uomo, per natura, desidera conoscere attraverso il confronto e la contaminazione: homo homini sapiens.

Antonio Prota

Il binomio territorio e servizi turistici è attualmente un valore inscindibile, costruito su varie dimensioni. Infatti negli ultimi anni è aumentata la consapevolezza del ruolo fondamentale del turismo per la crescita del territorio inteso come ecosistema complesso, strutturato su componenti ambientali, sociali, economiche e immateriali. La brusca frenata del covid impone una nuova pianificazione delle destinazioni, per trasformare il flusso turistico in scambio di valori tra i protagonisti del sistema con un approccio integrato, multi-attoriale e multi-settoriale. Il patrimonio territoriale e la sua valorizzazione possono fungere da vettore che rinsalda il legame tra soggetti di diversa estrazione sociale, culturale ed economica, promuovendo progetti in grado di sostenere la coesione sociale e l’economia locale.

Il deep tourism si traduce oggi in un metodo progettuale ben preciso, in parte strutturato ed in parte creativo; Antonio Prota lo ha analizzato e declinato in vari aspetti partecipando negli ultimi 10 anni a diversi Tavoli della cultura e del turismo internazionali. Nasce così un protocollo il cui obiettivo è la crescita esponenziale sociale ed economica di un territorio attraverso il turismo… profondo. Il punto di partenza del metodo è l’analisi delle vocazioni territoriali e delle risorse disponibili. Costruire una visione unica per la crescita del turismo significa individuare gli elementi iconici, segni di una trasformazione profonda dei territori e degli uomini che hanno lasciato il loro segno per la creazione di bellezza e di benessere collettivo. Un percorso stratificato che affonda le radici nel terreno carsico e affiora nel cielo astrale e mistico del Mediterraneo, per poter vivere una nuova tipologia di fruizione immersiva che stimoli curiosità e desiderio di conoscenza del territorio in tutta la sua cultura. Un percorso che scava nell’interiorità di chi lo attraversa in forma fisica, ma anche in maniera virtuale per rafforzare le connessioni digitali. Il deep tourism è senza dubbio uno dei turismi che verrà, esiste già nel visitatore del futuro il desiderio di conoscenza e profondità della stessa, come contrapposizione alla superficialità moderna. Le esperienze dovranno essere memorabili, iper personalizzate, inedite e autentiche. L’aspetto sensoriale dovrà andare oltre i cinque sensi ed esplorare altre sensazioni come il tatto termico o quello rigenerante di un trattamento alle erbe officinali trattate con olio extravergine d’oliva bio. Il ruolo della narrazione sarà centrale perché non solo ispirerà ma trasformerà il deep tourist nel più forte ambassador del territorio, con la certezza che lavorando sull’origine profonda si diventa originali. Una ecologia creativa e comunitaria che conquista e trasforma la cultura predatoria in nuovo life style in equilibrio tra lavoro, salute e relax.

La frase “homo homini lupus”, in cui ogni uomo è un lupo nei confronti degli altri uomini, sarà superata dai processi di open innovation in cui invece ogni uomo, per natura, desidera conoscere attraverso il confronto e la contaminazione. Il desiderio di conoscere nuove destinazioni e nuove esperienze impegnerà la mente e il cuore alla ricerca della meraviglia per riempire i tanti vuoti della nostra esistenza: “homo homini sapiens”.

Antonio Prota è esperto di turismo internazionale e marketing territoriale, project  manager di vari progetti in Africa, Caraibi, Stati Uniti e Italia. Presidente del Contratto di Rete Green Road. Presidente della Ada Travel srl – start up innovativa focalizzata sul convergent marketing – in team con Marco Landi (ex VP di Apple).

Attualmente affianca amministrazioni ed imprenditori in alcuni progetti innovativi in Italia e nella sua Puglia.

 

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