Leandro Lottici in mostra con Danzamacabra al Boscolo Circo Massimo di Roma, dal 31 ottobre al 2 novembre

Dal 31 ottobre al 2 novembre, gli splendidi spazi Boscolo Circo Massimo e Garum, Biblioteca e Museo della Cucina di via dei Cerchi 87 a Roma ospitano Danzamacabra, un’interessante esposizione delle opere dello scultore e xilografo romano Leandro Lottici. La scelta delle date non è casuale, una tre giorni che racchiude ricorrenze cristiane e pagane legate al culto dei morti, altrettanto voluto è il richiamo al tema della morte che balla con tutti, che si rifà all’iconografia medievale e rinascimentale che nei secoli ha ispirato opere artistiche, canti e poemi. La danza macabra è un’immagine misteriosa, a tratti ruvida, perché rappresenta la morte nell’atto di danzare con i vivi, a testimonianza della fugacità dell’esistenza e del destino ineluttabile dell’uomo. Curatore dell’evento è Matteo Ghirighini: «Danzamacabra è una mostra sui generis – ci spiega – come lo è il concetto che esprime. Lottici ha la capacità e la sensibilità di penetrare il mistero della morte declinando la sua essenza duale, Morte e Vita, Dio e Diavolo, Conoscenza e Oblio, nelle 10 xilografie, nelle 5 matrici e in un grande fregio di 25 metri di lunghezza, composto da 17 disegni a dimensione d’uomo. È una danza immaginifica con lo spettatore».

Una mostra un po’ fuori dai canoni, dunque, che ha lo scopo di confrontarsi con un argomento così particolare: «La danza macabra è un’iconografia estremamente potente: la locuzione “memento mori” non è solo un monito etico fine a se stesso, ma danzare con la morte rappresenta anche uno stimolo contemporaneo a fare i conti con la propria caducità e quindi a dare un senso ai propri giorni».

Con le opere di Lottici si inaugura una nuova stagione espositiva all’interno delle sale del Garum, Biblioteca e Museo della Cucina, e del Boscolo Circo Massimo: la mostra, gratuita, non è commerciale, ma scaturisce dal puro piacere di fare cultura: «Sì, una mostra che amiamo definire “insensata, unica e breve come la vita” ma che, proprio come la vita, trova il suo magnifico significato solo nell’essere vissuta! Il nostro obiettivo è portare i visitatori a fare i conti con la propria mortalità in maniera anche ironica ma introspettiva, strizzando l’occhio alla loro comfort zone: le opere toccano le corde intime di ciascuno facendo emergere aspetti del tutto reconditi. C’è anche un lato più realista e dissacrante: siamo tutti mortali, compresi i grandi artisti, per cui bisognerebbe prendersi meno sul serio e riflettere su come vivere la propria vita, intesa come fusione continua del nostro passato, del nostro presente e dell’ineluttabile futuro».

La location prestigiosa è quella del Boscolo Circo Massimo e del Garum, Biblioteca e Museo della Cucina. Uno spazio che racchiude in sé molte anime: un luogo storico permeato del mito del Lupercale, la grotta in cui la Lupa allattò Romolo e Remo, un’elegante struttura per eventi con sale interne e un chiostro che dà sulle rovine del Palatino, un raffinato hotel per un soggiorno esclusivo nel cuore di Roma ed un importante Museo e Biblioteca della grande storia della Gastronomia. Rossano Boscolo, chef e imprenditore, ha investito molto in questo progetto che rappresenta uno stimolo e un segnale di voglia di fare anche in questo difficile momento storico.

La mostra rispetterà ovviamente tutti i protocolli e le misure previste dagli ultimi decreti ministeriali.

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