Umbria. C’è un problema di occupazione. Ad ottobre scendono di un terzo le entrate al lavoro previste dalle imprese della provincia di Perugia.

Diffusi i dati occupazionali delle imprese da parte della Camera di Commercio di Perugia relativi a società che hanno almeno un dipdnente: “Sia su base mensile che trimestrale i dati sono preoccupanti” ha commentato il Segretario Generale della Camera di Commercio, Mario Pera. “Tendenzialmente ad ottobre perdiamo in termini assoluti 1.150 entrate al lavoro, – 31,5%, rispetto a ottobre di un anno fa, quando le imprese programmarono 3.640 assunzioni, contro le 2.490 di oggi”.
Non va meglio se l’osservazione si sposta sul trimestre ottobre – dicembre 2020, l’ultimo dell’anno, quello cui peraltro si concentrano le attese delle imprese di quasi tutti i comparti.
“Anche sul trimestre l’arretramento delle entrate al lavoro supera il 30%, toccando quota 2.900 assunzioni in meno in un anno.
“In questo ultimo trimestre del 2020 – precisa Mario Pera – non andremo oltre le 6.620 unità, contro le 9.520 dell’ultimo trimestre di un anno fa”.
La discesa di ottobre segue quella, anche peggiore, di settembre, che arrivò a perdere in un anno occupazione per il 36,1%.
Meno lavoro, ma anche meno lavoro stabile. A ottobre delle 2.490 assunzioni solo il 29% sarà con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre il 71% sarà a termine, a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita.
“La differenza è marcata rispetto a un anno fa, osserva il Segretario Pera: a ottobre 2019 le assunzioni a tempo indeterminata raggiunsero il 35%, sei punti più di quest’anno”.
Non fa meglio l’Umbria. Su base regionale, sempre ad ottobre, le assunzioni previste sono 3.180, con una flessione del 30,1%. Viene peggiorata la media nazionale (-27,9%) di quasi 3 punti e anche quella della circoscrizione Centro Italia (29,5%). Dalla rilevazione Excelsior di ottobre si ricava che solo 4 regioni, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Toscana, hanno un risultato peggiore di quello dell’Umbria.
Settore trainante per l’occupazione si conferma quello dei Servizi dove si concentrerà il 66% delle entrate. A creare lavoro soprattutto le imprese con meno di 50 dipendenti: vi trovano una occupazione 7 lavoratori su 10.
Ai giovani con meno di 30 anni sarà destinata una quota di entrate pari al 31%, il 19% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici (quota inferiore alla media nazionale 23%), il 12% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato.
Le imprese, con almeno un dipendente, che prevedono assunzioni ad ottobre saranno pari al 11% del totale.
Mismatching tra domanda e offerta di lavoro, ancora molto alto: in 36 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati.

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