Studio dentistico Caneva: «Interventi di implantologia sempre meno invasivi utilizzando le tecniche moderne e rispettando le reali necessità del paziente»

Marco Caneva

Marco Caneva

Marco Caneva

Il suo nome è associato a numerose pubblicazioni su celebri riviste internazionali di implantologia: relatore di congressi e instancabile titolare degli studi dentistici di Trieste e Lignano Sabbiadoro, in Friuli Venezia Giulia, Marco Caneva è una vera autorità nel settore degli impianti e di tutti quei trattamenti odontoiatrici mirati alla preservazione del sorriso.

Un sorriso che è un po’ il passaporto per il mondo esterno; un sorriso che può spegnersi al pensiero, o peggio, a causa del timore del dentista. Ecco perché l’approccio col paziente da parte del professionista deve essere mirato alla sua serenità e al superamento delle sue paure, come ci spiega il noto professionista: «Mai come di questi tempi, nel campo dell’odontoiatria, il nuovo obiettivo è quello di perfezionare la qualità dei trattamenti mettendo bene a fuoco i veri bisogni del paziente, costruendo con lui un rapporto di fiducia che valuti non solo la condizione fisica, ma anche il suo stato emotivo. L’approccio cambia in quanto si passa dall’ego del dentista alle reali necessità del paziente e dal suo ascolto che non vuol dire soltanto fare la sua anamnesi, ma anche indagare sulle sue esigenze e sulle sue aspettative che sono, sì, di tipo funzionale, ma soprattutto di valore estetico».

«La scelta della struttura a cui affidarsi e l’approccio che questa ha con il paziente – chiarisce Caneva – fanno la vera differenza. È compito del professionista rasserenare il paziente informandolo sulle innovazioni che le tecnologie moderne hanno apportato nel campo della chirurgia orale: è grazie al loro utilizzo se gli interventi sono sempre più mininvasivi e atraumatici, in modo da annullare il dolore e l’ansia per il trattamento. I vantaggi e i benefici sono innumerevoli, faccio un esempio: grazie all’abbinamento di dispositivi all’avanguardia come la Cone Beam, che permette di avere immagini 3D dell’osso, con lo scanner digitale, che ci consente di avere precise immagini 3D della gengiva bypassando la vecchia e fastidiosa pratica dell’impronta, e lo Scanner Facciale noi possiamo pianificare nei minimi particolari l’intervento in modo da renderlo preciso, rapido, meno invasivo, e quindi meno doloroso possibile. Un’opportunità per il paziente che fino a qualche anno fa non era contemplata».

Infatti, un più corretto posizionamento dell’impianto e di conseguenza un adeguato design della ricostruzione protesica sono importanti per garantire un efficace mantenimento igienico e quindi una conservazione nel tempo delle condizioni di salute dei tessuti perimplantari.

«Se questo non avviene – spiega Caneva – si possono verificare mucositi (infiammazioni dei tessuti molli) e perimplantiti (infezioni con riassorbimento osseo) che possono portare alla perdita dell’impianto. La perimplantite, purtroppo, che in una revisione sistematica della letteratura del 2012 di Mombelli et al. interessava il 10% degli impianti e il 20% dei pazienti, è sottostimata. Questo studio comprendeva infatti solo un gruppo di pazienti controllati, ma tutte le problematiche presenti negli studi privati non sono state riportate, tant’è che questa patologia è in progressivo aumento. Purtroppo il presente e il futuro sono legati al trattamento delle perimplantiti che non presenta ancora un protocollo di trattamento validato. Per quel che riguarda il nostro studio, attualmente stiamo eseguendo due protocolli di ricerca, uno utilizzando un laser a diodi e un altro utilizzando acido delta-aminolevulinico, che abbinati ad un programma specifico di controllo di placca, stanno dando risultati promettenti».

Ma come intervenire coniugando il dovere del clinico e il volere del paziente?

«Una corretta scelta del trattamento medico ideale e personalizzato – continua Caneva – è determinata da tre fattori principali: l’esperienza clinica del medico, l’evidenza scientifica e l’attenta valutazione del paziente e delle sue esigenze reali. Attraverso questa evidence-based practice le prospettive per il paziente sono positive, in quanto affidandosi a metodologie innovative si ottiene un risultato ottimale senza sofferenza».

Tuttavia, la combinazione di princìpi e di metodi all’avanguardia, la sensibilità del chirurgo e le sue competenze si incontrano sempre più spesso con un paziente più attento e consapevole rispetto al passato.

«Ecco perché sono indispensabili il dialogo e l’ascolto – conclude Caneva -. Ma non bastano: poiché l’evoluzione della tecnologia è velocissima e inarrestabile, ha preso piede una figura di capitale importanza che è quella dell’ingegnere biomedico il quale coadiuva e supporta il lavoro del dentista. Il suo ruolo è necessario poiché la sua preparazione altamente specializzata e l’utilizzo di innovative bio e nanotecnologie consentono al chirurgo di intervenire sull’apparato dentale in modo sicuro e sempre meno traumatico. In un mondo ideale il dentista del futuro deve diventare una figura che tranquillizza, che fa cultura e insegna ai pazienti che intervenire sui denti non è affatto doloroso e quindi non deve incutere alcun timore».

 

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