Florentin Döring: “In Asmana abbiamo riaperto le porte del relax tra incertezze e voglia di benessere”

asmana wellness world

L’Italia è ripartita ma sono ancora tanti i dubbi e le incertezze che attanagliano tutti i cittadini. Ora più che mai è fondamentale capire come affrontare questo delicato momento, puntando l’attenzione sul mondo del lavoro. Per questo motivo abbiamo deciso di chiedere agli imprenditori come stanno vivendo questa situazione e quali sono i loro punti di vista.

Ne abbiamo parlato con Florentin Döring, co-fondatore di Asmana Wellness World, la più grande spa d’Italia situata a due passi da Firenze nel cuore del Parco Villa Montalvo a Campi Bisenzio.

La ripartenza… cosa si sente di dirci su questa fase, così tanto attesa? Come sta andando?
Per noi è stato quasi un nuovo inizio: ci siamo trovati insieme al nostro staff pronti ad offrire il meglio ai nostri clienti. Ho potuto toccare con mano la voglia di ripartire, di proporre nuovi servizi, di studiare nuove strategie per donare il meglio di Asmana a tutti gli ospiti. Non avendo potuto aprire ogni ambiente di cui disponiamo, ci siamo dovuti innovare e in parte reinventare: per esempio abbiamo spostato alcune cerimonie dalla sauna all’aperto o dal bagno di vapore in sauna, per permettere a più persone di parteciparvi. Ma la più grande rivoluzione ha interessato il nostro ristorante, dove abbiamo deciso di puntare su prodotti ancor più freschi, preparati rigorosamente in giornata. Certo abbiamo scelto il servizio self-service, ma lo abbiamo fatto per offrire il meglio ai nostri clienti, puntando sul gusto e la qualità del cibo offerto. Oggi respiriamo davvero l’essenza di cinque anni fa, quando abbiamo aperto per la prima volta: rispetto a quei giorni possiamo contare su numeri importanti, che stanno man mano tornando ad aumentare col passare delle settimane, perché le persone hanno voglia di relax e benessere.

Ritiene che i protocolli previsti per la ripartenza in sicurezza siano funzionali? Cosa suggerirebbe?
La necessità di intervenire con protocolli che impediscano la diffusione del virus sono naturalmente necessari, ma bisognerebbe evitare quelle incongruenze che invece stiamo riscontrando ogni giorno. Secondo me bisognerebbe fare maggior chiarezza nelle prescrizioni che permettono agli imprenditori di rispettare le vigenti normative di legge in modo semplice.

Quali timori sente, quali progetti?
Ovviamente i timori sono legati al futuro ma noi restiamo comunque ottimisti. Per quanto concerne i progetti di certo ora non è facile fare programmi. Quello che possiamo fare, e che stiamo facendo, è rinnovarci, trovando soluzioni che possano essere facilmente adattate alla situazione odierna. Magari proprio da queste nuove soluzioni potremmo trovare le giuste opportunità per un rilancio ancor più forte della nostra struttura.

Come vivono il distanziamento sociale i suoi clienti?
Per loro certamente è un’esperienza nuova. Vivere i nostri ampi ambienti era già emozionante prima, ma ora con il distanziamento, l’esperienza migliora, divenendo quasi di lusso.
Da imprenditore, però, non posso pensare di limitare gli accessi lasciando invariato tutto il resto. Con meno capacità dobbiamo lavorare molto di più per soddisfare i clienti. Per dare un esempio: Asmana dispone della più grande sauna in Italia, la Indian Sauna, con una capacità di ca. 120 persone. In questa sauna si tenevano alcune Cerimonie del Benessere, speciali esperienze di relax. Ora con il distanziamento possiamo ospitare 24 persone e quindi siamo costretti a prevedere 5 Cerimonie per soddisfare lo stesso numero di clienti. Ovviamente per noi è aumentato il lavoro e i costi, ma non possiamo aumentare il prezzo d’ingresso. Deve rimanere alla portata di tutti.

Quali pensieri vorrebbe condividere con i suoi colleghi del settore?
Ai miei colleghi imprenditori mi sento di suggerire di creare un profilo chiaro e offrire vero valore per il prezzo richiesto. Il cliente nei tempi di crisi spende meno ed è più consapevole del valore del suo denaro. Noi per esempio lo abbiamo fatto nel campo della ristorazione, aumentando la qualità del cibo offerto però puntando ad un servizio self service.
Ma vorrei lasciare un pensiero che spero possa essere accolto da chi ci governa: fate una riforma del mercato del lavoro, togliete la rigidità dei contratti di lavoro, date più flessibilità anche per ridurre lo staff. Senza uscita non c’è ingresso, neanche nel mercato di lavoro. Per le aziende questo è l’unico modo di rimanere flessibili, adattarsi alle esigenze che cambiano ora più che mai e sopravvivere a questa grande crisi, senza dover ricorrere a chiusure definitive delle nostre realtà imprenditoriali.

Sentiamo dire “Ce la faremo”: lei concluderebbe con un punto esclamativo o con quello interrogativo?
Ce la faremo? Attualmente la politica non ci dà una via d’uscita: stiamo prendendo un grande debito e a pagarlo saranno le generazioni future. Non mi sembra giusto che i giovani, che hanno poca voce in capitolo in questa società, debbano pagare debiti che si accumulano sempre più. La crescita in Italia già era molto debole negli ultimi 20 anni e la crescita non può esserci aumentando il debito. Occorrono invece delle riforme, soprattutto nel mercato di lavoro, che diano maggior flessibilità. Sarebbe utile anche una riforma del sistema giuridico: troppe leggi che cambiano spesso e non coerenti. Il sistema giudiziale attuale è lento e non protegge chi rispetta la legge. Ciò crea tanta insicurezza legale che frena gli investimenti. La cosa che mi preoccupa di più invece, è la mancanza di persone che desiderano realmente cambiare il Paese per lanciarlo verso una crescita significativa. Dobbiamo cambiare marcia e non continuare sulla strada del passato.
Ce la faremo? Nel nostro piccolo siamo rimasti vicini ai nostri clienti: ad esempio appena riaperto abbiamo applicato una scontistica 2×1 per tutti i medici e gli infermieri che hanno contribuito alla salute pubblica. Abbiamo introdotto nuove esperienze di Relax e benessere targate Asmana che vengono molto apprezzate. Le recensioni sono di nuovo al massimo dei voti. In questo mi sento di dire Si, noi ce la faremo!

La sua speranza più luminosa per questa seconda parte del 2020?
Il mio augurio è che l’imprenditoria si unisca per spingere a riformare il mercato del lavoro e togliere un po’ di burocrazia. Oggi la voce dell’imprenditoria è poco ascoltata in Italia: questo momento, invece, deve aiutarci a fare sistema, perché solo insieme è possibile cambiare lo status quo.

 

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