Sicurezza sul lavoro, gli esperti: «È ora di fare chiarezza»

Comitato Linea Vita

La fase 2 è entrata nel vivo ma per molti imprenditori non è ancora chiaro quali tipi di mascherine adottare per essere in regola con le misure di sicurezza e i Dpi vigenti. Dubbi a cui ha provato a rispondere Giancarlo Vitali, coordinatore nazionale di Linea Vita Informa, Comitato o tecnico scientifico composto da professionisti, esperti, enti ed aziende di tutta Italia: un pool di esperti al servizio della prevenzione, della corretta formazione e informazione, con l’obiettivo di dare un contributo prezioso per la sicurezza di chi lavora.

«La tanto attesa fase 2 e la riapertura di molte attività chiuse con il DCPM dell’8 marzo dovrà prevedere un piano per la riapertura ad hoc, dove la sicurezza del lavoratore è al primo posto – ricorda Vitali -. C’è però ancora troppa confusione sulle modalità, a cominciare dalle mascherine da utilizzare. Quelle chirurgiche sono dispositivi medici e non Dpi come le mascherine FFP 1, 2 e 3. Tuttavia, per i lavoratori che non riescono a mantenere la distanza di un metro le mascherine chirurgiche sono considerate Dpi ai sensi del Dlgs 81/2008. Chiediamo quindi al governo di assumersi la responsabilità in merito perché la normativa mette a repentaglio la sicurezza dei lavoratori».

Al fine di tutelare la salute dei dipendenti durante le ore lavorative ed evitare quindi possibili contagi, possibili responsabilità del datore di lavoro in virtù che è stato riconosciuto l’infortunio sul lavoro da infezione da COVID 19  il comitato tecnico di Linea Vita Informa, sulla base delle linee guida del Ministero della Salute, ha redatto un protocollo con le procedure operative che ogni azienda dovrà intraprendere per una corretta e sicura ripresa delle mansioni lavorative. «All’interno del protocollo definiamo anche le procedure del corretto smaltimento delle mascherine – conclude Vitali -. Essendo rifiuti speciali devono infatti seguire un iter preciso ed essere gettate in contenitori precisi: ogni azienda dovrà adeguarsi per lo smaltimento corretto e a norma di legge».

 

 

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