La consegna degli elenchi telefonici: l’inopportuno addebito che pesa sulle bollette degli italiani

Indebito addebito

Indebito addebito

La legge sulla liberalizzazione degli elenchi telefonici risale al 1997, ma quella sulla libertà “dagli” elenchi ancora stenta ad essere applicata.

Ed è così che, nonostante non esista più il monopolio del principale gestore delle telecomunicazioni, gli abbonati fissi con alcuni gestori continuano a pagare in bolletta l’elenco telefonico, senza probabilmente accorgersi dell’addebito e talvolta senza ricevere la copia cartacea a domicilio.

Nella fattura delle compagnie telefoniche che fanno capo all’ex gestore “monopolista”, ad esempio, appare un costo, sotto la dizione “Altri importi”, relativo alla “Consegna elenchi telefonici“, oggi pari a € 5,00 per singola copia.

Tale costo ha subito nel tempo aumenti significativi, passando da € 1,17 del 2015 a € 2,50 del 2017, da € 3,90 nel 2018 agli attuali € 5,00, iva al 22% naturalmente esclusa: una crescita davvero “senza limiti”, come ci ricorda una pubblicità sui giga – in questo caso offerti e non chiesti – dal gestore in questione.

Al di là dell’aumento progressivo, di per sé assai discutibile visto che i costi industriali di stampa e distribuzione hanno ottenuto una sensibile contrazione, e che dal 2012 la pubblicazione e la consegna degli elenchi abbonati telefonici non rientra più tra gli obblighi del cosiddetto “Servizio Universale”, vanno fatte due considerazioni.

La prima: se il numero di copie “dichiarate” inviate annualmente è pari a circa 17 milioni (dati del 2018), ciò rappresenterebbe un introito elevato per il gestore in questione, una cifra che – fatto un rapido e approssimativo calcolo – supererebbe solo quest’anno € 80.000.000, un fatturato di una media impresa italiana che lotta ogni giorno per mantenere elevato il livello di competitività sui mercati mondiali. Se poi lo moltiplichiamo per 8, tanti gli anni dal 2012 ad oggi, la consegna del prodotto “elenchi telefonici” arriverebbe, sempre come stima approssimativa, a raggiungere la ragguardevole cifra di € 450.000.000, tutti sborsati il più delle volte inconsapevolmente dai cittadini italiani abbonati.

La seconda considerazione: considerato che oggi c’è un oggettivo minor ricorso a tali mezzi di comunicazione cartacei, ad eccezione di una fascia di persone anziane che non hanno accesso a una consultazione on-line e/o non hanno facilità nell’utilizzo di internet, sarebbe opportuno poter contare su una forma di garanzia e su chi possa certificare l’effettiva consegna degli elenchi telefonici a tutti gli abbonati che si vedono regolarmente addebitare il costo per un servizio non richiesto. Attualmente i consumatori, che da anni pagano in bolletta un costo per un servizio di cui non fruiscono, non risultano tutelati, perché non si conosce quali siano gli organi di controllo deputati e come tali organi abbiano agito sino a oggi.

Alcune associazioni di consumatori, inoltre, si sono recentemente occupate del caso degli elenchi-fantasma, vicende di utenti che protestano per la mancata consegna dell’elenco telefonico per cui hanno pagato già in bolletta la consegna, ma questo sembra non essere sufficiente per arrivare ad una rapida e definitiva soluzione del problema.

D’altro canto esistono molti player che, fin dai tempi della liberalizzazione nel 1997, distribuiscono gratuitamente elenchi telefonici, senza costo alcuno per l’utenza e con una distribuzione più capillare e certificata.

Il mercato, infatti, ci dice che la distribuzione degli elenchi telefonici, seppure lo sia sempre meno, è certamente remunerativa se c’è chi lo fa gratuitamente da decenni in concorrenza anche con gli ex-monopolisti. Il pensiero, infatti, va a Pagine Sì! e al suo elenco telefonico Sì!, uno strumento ideato dalla società umbra che opera dal 1997 nel settore delle directory, consegnato da sempre gratuitamente a milioni di famiglie e operatori economici italiani, che possono così integrare le enormi potenzialità di comunicazione del web con la distribuzione dei tradizionali strumenti cartacei.

In conclusione, sarebbe opportuno che, da parte degli organi di controllo preposti, ci sia una maggiore sensibilità al problema, sia a tutela dei cittadini che spesso pagano senza ricevere il servizio di consegna dell’elenco e sia per garantire i principi di leale concorrenza tra imprese che, ed è questo che dovrebbe contare di più, vorerebbero continuare ad agire in un libero mercato ed operare offrendo servizi ad aziende e a cittadini e liberi da condizionamenti.

Info: indebitoaddebito@gmail.com

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