Rosita Miani – “Le piccole imprese sono determinanti per l’Umbria: quasi 120 mila posti di lavoro e oltre il 35% del fatturato regionale. Necessario migliorare le infrastrutture, avviare la semplificazione, facilitare l’accesso al credito, ridurre la tassazione anche regionale”

In Italia la quasi totalità delle imprese sono medio-piccole, prevalentemente micro (meno di 10 dipendenti), in Umbria rappresentano oltre il 95% di tutte quelle attive e contribuiscono a garantire occupazione a circa 120 mila persone, oltre il 50% degli addetti del settore privato. Nel complesso producono oltre 3 miliardi di euro di valore aggiunto, in termini di fatturato esprimono oltre il 36% del totale regionale. Se agli addetti diretti aggiungiamo quelli indotti, è facile capire l’importanza del settore nel tessuto economico-sociale generale. Di facile comprensione è anche, come agendo sul miglioramento dell’ambiente in modo da renderlo più favorevole allo sviluppo delle PMI, si possano ottenere anche miglioramenti significativi per il bilancio regionale, sia in termini di PIL che di occupazione, con ricadute positive sulla qualità del territorio, ma è innegabile che sia necessario un intervento mirato, formazione ed impegno che solo un manager come Claudio Ricci, quale candidato alla presidenza della Regione, può garantire. Sono dunque queste strutture imprenditoriali il nucleo essenziale dell’apparato economico anche perché le capacità di spesa che generano da parte degli imprenditori e dei loro dipendenti si riverberano ancora nel circuito (il più possibile virtuoso, ma per questo occorre programmare bene tutto) complessivo. D’altra parte questo tessuto investe tutti i settori, dal primario, al commercio, ai servizi, al terziario avanzato, alle imprese ipertecnologiche, al mondo della comunicazione interattiva. Purtroppo c’è da evidenziare che negli ultimi dieci anni c’è stata una perdita di quasi 15.000 posti di lavoro!

Servono allora infrastrutture, meno tasse, una messa a sistema e una maggiore facilità di accesso al credito per rendere il tutto più solido e favorirne lo sviluppo. Soprattutto in una fase di grandi rivolgimenti nazionali e internazionali e di movimentazione economico-finanziaria che non permettono di restare fuori dai mercati locali e mondiali. Sui quali, evidentemente, influiscono in misura determinante le scelte degli organi sovranazionali di regolazione degli assetti economico-finanziari.

In una siffatta realtà, tanto l’Umbria economica che quella politico-amministrativa (per quanto di sua competenza) – tutte e due muovendosi nella stessa direzione – devono cercare di tenere il passo dei mercati e della concorrenza.

Le imprese umbre sono attive in ogni ambito e molte sono innovative. Prevalentemente sono specializzate nel made in Italy, che va reinventato coniugando manifatturiero, turismo e cultura in un sistema che faccia crescere tutta l’economia umbra.I temi determinanti, divenuti priorità per le piccole imprese dell’Umbria sono credito, formazione e aggiornamento continuo delle competenze, innovazione tecnologica e digitale, internazionalizzazione.

Superare i problemi di accesso al credito è possibile con la valorizzazione dei consorzi fidi interni e con l’integrazione tra strumenti di garanzia pubblici e privati, come spesso sottolineano alla Confcommercio, senza dimenticare l’opportunità di quotarsi in Borsa.

Molte imprese Umbre si sono già quotate in borsa con grandi risultati, sostenere le associazioni e le PMI, attraverso una comunicazione attiva e propositiva sul territorio, a garanzia di uno sviluppo economico, è nella nostra agenda.

Ma serve pure una nuova filiera anche della formazione professionale, partendo dall’analisi dei fabbisogni delle imprese, che ancora faticano a reperire sul mercato del lavoro profili professionali adeguati, utilizzando strumenti molto innovativi. Per stare al passo con i tempi, tutte le imprese devono investire in tecnologia. La micro e piccola impresa va poi sostenuta nei processi di internazionalizzazione: le imprese manifatturiere per partecipare a fiere internazionali e nazionali; le imprese del turismo sui progetti di promozione integrata a livello internazionale del nostro territorio e delle sue eccellenze.

Le aziende – e qui la Regione dovrà avere un ruolo determinante – sono tanto più competitive se lo è anche l’ambiente in cui operano, perciò accanto alle misure per le imprese bisogna agire su tre fronti: la semplificazione burocratico-amministrativa, le infrastrutture e la tassazione. Si tenga conto, in proposito, che da uno studio delle Cgia di Mestre emerge che sono più gli sprechi nella Pubblica Amministrazione e nei trasporti pubblici che la presunta evasione fiscale…

Sulle infrastrutture, purtroppo, come avverte la Confartigianato, non solo si procede a passo di lumaca, ma ampi tratti della E45 sono ancora in stato fatiscente e sulla Quadrilatero rischiano il fallimento decine di imprese locali

Quanto alla tassazione, in Italia è tra le più alte in Europa e anche l’Umbria non scherza.

È intorno a questi temi che va perseguita una politica regionale efficace e questo è un impegno che sia io che tutta la coalizione a sostegno del nostro candidato alla presidenza della Regione Claudio Ricci, ha l’ambizione e le capacità per muoversi di conseguenza. Fra le proposte del nostro programma c’è tutto il relativo piano di azione. e solo un uomo, come Claudio Ricci, di grande esperienza politico-amministrativa sul campo, e senza vincoli di stretta appartenenza, può portarlo fino in fondo.

Rosita Miani

Candidata Consigliere Regionale

Lista Ricci Presidente

Redazionale elettorale a pagamento – committente responsabile Rosita Miani

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