Sauro Pellerucci, imprenditore ed espressione della società civile, interviene nelle Elezioni Regionali dell’Umbria

Sauro Pellerucci

Sauro Pellerucci

“Non vi è viaggio talmente comodo da valer la pena di essere affrontato se il viaggiatore non ne comprende la motivazione che lo rende desiderabile, ossia la sua destinazione”.

Ogni istituzione che utilizza risorse pubbliche per raggiungere un qualsiasi fine deve operare secondo quel principio di efficienza a lungo disatteso durante gli ultimi decenni. La reale portata democratica delle scelte di un organo politico è determinata dal numero di coloro che beneficeranno delle opportunità da esso prodotte, per cui ragionare in termini di equilibrio tra risorse investite e risultato ottenuto è l’unica attività cerebrale certamente rispettosa dei diritti di tutti.

Se è vero che una politica inclusiva si persegue ampliando il numero di chi può godere di un diritto allora è certamente vero che l’utilizzo efficiente degli stanziamenti economici pubblici diviene un obbligo democratico che, in quanto tale, si deve valutare misurando il raggiungimento del fine. Troppo spesso ci siamo trovati a ragionare sui mezzi più che sul fine, dimenticandoci che la dispersione di denaro pubblico, fosse anche per semplici inefficienze, diventa sempre più democraticamente inaccettabile per chi attende lecitamente un servizio o il rispetto di un proprio diritto.

Partendo da questa premessa efficientista accolgo con responsabilità l’invito a esprimere un punto di vista che troverà senz’altro riscontro nelle proposte politiche per queste ormai imminenti Elezioni Regionali.

Economia circolare, coscienza ecologica, rispetto delle vocazioni territoriali e coesione interna, questi sono gli aspetti che segnalo quali fini da raggiungere per mezzo del funzionale principio di efficienza.

Un’economia circolare che faccia coesistere i vari interessi ed evitare una disfida tra gli storici campanili e le moderne ciminiere: l’industria ha compreso il valore della responsabilità sociale e della sostenibilità, aiutiamola a condividere quei progetti che la rendono compatibile con la vocazione della nostra realtà regionale e le nostre esigenze di cittadini.

Una coscienza ecologica che riguardi ciascuno di noi in quanto educatori e quali consumatori consapevoli, che ci aiuti a ripensare criticamente ogni nostra abitudine quotidiana per un miglioramento che definirei evolutivo.

Il rispetto delle vocazioni territoriali che spinga a una riorganizzazione confederale della regione. È necessario sottolineare che debbono essere gli enti e le organizzazioni a ricercare una loro presenza nei territori e non viceversa, esiliando così quella petit grandeur che si era venuta dannosamente e abitualmente affermando tramite quella centralità sempre più ingombrante.

Una coesione interna che ci renda insieme così forti da riuscire a confrontarci con successo con le realtà le esterne, confinanti con la nostra Regione, e di potervi esercitare la nostra influenza.

L’Umbria può ben essere l’espressione confederale dei territori presenti al proprio interno, così diversi ma anche chiaramente caratterizzati da una comune profonda appartenenza.

L’importante, se desideriamo un’intima adesione del cittadino alla società e allo stato di diritto, è convincersi che i mezzi non hanno altro scopo che il raggiungimento dei fini per i quali sono stati previsti.

 

Sauro Pellerucci

Presidente Pagine Si! SpA

Presidente associazione IoSonoUnaPersonaPerBene

 

 

 

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