Sostenibilità e qualità dell’abitare: il vessillo di Le Case Bio di Paolo Basso

Le Case Bio di Paolo Basso Treviso

Da oltre vent’anni nella bioedilizia Paolo Basso, titolare di Le Case Bio a Susegana (Treviso), da dieci anni si è specializzato nelle case in legno, settore decisamente in crescita con margini di sviluppo per il futuro di oltre il 50%.

Con la cura dell’artigiano e il know-how di chi proviene da una famiglia di costruttori, Paolo Basso è un pioniere della bioedilizia. La sua azienda opera non solo nel Veneto ma anche nel Friuli Occidentale, territori in cui sono disseminati i cantieri edili che Basso segue puntualmente. «L’approccio è quello del buon artigiano che cuce soluzioni su misura sul cliente, accogliendo le richieste di chi preferisce il prodotto chiavi in mano comprensivo di progettazione, così come di chi vuole acquistare solo la struttura. In ogni caso, non lascio mai solo il cliente e seguo il cantiere in ogni singola fase. Soprattutto quella iniziale delle fondazioni. Sono la parte che della casa non si vede, eppure sono la parte più importante perché un buon isolamento cambia la resa» spiega Paolo Basso.

L’imprenditore trevigiano due anni fa ha dato avvio alla sua Le Case Bio di Paolo Basso. Anche se ci tiene a precisare che la scelta del legno non vale solo per il residenziale: «Ci si può costruire anche un palazzo di nove piani sebbene il cliente solitamente richiede una casa unifamiliare. Strutture in legno sono soluzioni costruttive ottimali anche per le aziende, ad esempio nel caso di ampliamento degli uffici. Anzi in questo caso la struttura in legno è oltremodo vantaggiosa perché consente di non chiudere l’azienda o la linea produttiva. L’installazione può richiedere anche solo una giornata di montaggio» prosegue Basso.

Il perché questo settore di mercato sia in crescita, sta nei vantaggi che questa scelta architettonica assicura: oltre alla salubrità garantita da materiali naturali traspiranti (non solo il legno, si possono scegliere ad esempio la fibra di legno per l’isolamento e il sughero per il cappotto), è proprio sul fronte della sicurezza che le case in legno danno un plus, in termini di maggiore elasticità in caso di evento sismico, ma anche di resistenza al fuoco in caso di incendio in quanto i pannelli di legno compresso reggono il calore fino a 1500 gradi, a fronte degli 800 gradi temperatura a cui il calcestruzzo scoppia.

Inoltre i tempi di costruzione – per un’abitazione si varia dai 6 ai 12 mesi, a seconda della progettazione e delle finiture di impianti e costruttive – nonché l’enorme beneficio in termini di consumo energetico. «Se prendiamo come riferimento un’unità unifamiliare per un nucleo di quattro persone, la casa in legno consente un abbattimento di circa il 70% dei consumi rispetto all’edilizia tradizionale – spiega l’imprenditore – Se poi alla casa in legno si associa ad esempio il fotovoltaico o il solare, e la cottura a induzione invece che a gas, il margine di risparmio può salire ancora di più».

Sicura, salubre, naturale, certificata (il legno proviene da foreste provviste di cerfiticato di gestione sostenibile) e a fronte di costi di costruzione praticamente uguali a quelli dell’edilizia tradizionale.

Ma non basta la struttura in legno a definire queste case “bio”, è l’approccio che fa la differenza, ispirato ai principi dell’architettura sostenibile, al benessere abitativo garantito da materiali che prevengono funghi e insetti, ma anche il potere isolante sia termico che acustico che un materiale come il legno assicura, senza però gravare sui costi di manutenzione. «Perciò è essenziale che ogni fase del cantiere sia monitorata, proprio perché se ben strutturata, progettata e installata, una casa in legno è destinata a durare per sempre, senza ulteriori interventi» conclude Paolo Basso, imprenditore e costrutture che della bio-sostenibilità ha fatto un vessillo, utilizzando materiali come vetro cellulare, sughero, fibra di legno, canapa, argilla e calcestruzzi nelle fondazioni senza l’aggiunta di additivi chimici.

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