Progedil Case (Roma): metodo e modello di approccio all’immobiliare diventano più forti nel passaggio generazionale

Progedil Case
Marco Barile
Progedil Case è la più giovane società del gruppo Progedil ma ha già una storia quasi ventennale da raccontare, ed è nata grazie alla fortunata intuizione di Marco Barile, figlio (soprattutto nel mondo immobiliare romano) del più noto Giuseppe, fondatore di Progedil90. Il papà si occupa di nuove costruzioni, il figlio dopo aver intrapreso l’esperienza del cantiere ha deciso di creare una strada autonoma e convergente nel gruppo. La società Progedil Case, della quale è titolare, è una rete di agenzie immobiliari in continua espansione che si occupa di assistenza su vendita o acquisto di case di privati. La novità, rispetto ad altre reti di agenzie, è nel modello. “Chi vuol aprire un’agenzia con il nostro nome – spiega Marco Barile – viene da noi, lavora con noi, cresce e acquisisce il nostro metodo, raggiunge tutta una serie di obiettivi. E se ha le caratteristiche personali e produttive giuste, noi lo mettiamo in condizione di aprire un’agenzia”. Un po’ selettivo come approccio, sembrerebbe, “e invece – aggiunge Marco – è per noi l’elemento di forza, il tratto distintivo, la nostra caratteristica”. Nel modello Progedil Case ci sono valori, metodo e lavoro, che nel passaggio generazionale costituiscono il filo conduttore, l’anima, il legame con la storia del gruppo Progedil. “All’interno del gruppo Progedil  – racconta Marco Barile – c’è sempre stato un servizio di assistenza alla vendita e all’acquisto per conto di privati, ma era un settore composto da quattro o cinque collaboratori. Dopo circa tre anni di cantiere mi sono reso conto che le capacità e le professionalità maturate con i costruttori potevano essere messe al servizio del privato. Partendo dall’approccio consulenziale”. E aggiunge: “quando ci troviamo di fronte ad un cliente, non è importante capire quanto il cliente vuol realizzare vendendo la propria casa, ma quale sia il suo progetto, e cioè cosa vuol comprare dopo aver venduto, quale sia il valore del suo immobile, sulla base di una stima scritta che lasciamo al cliente e quanto costa l’immobile che ha intenzione di comprare”.

E’ questo il senso di offrire consulenza ed è quello che fa la differenza. “II consulente analizza il progetto del cliente e lo rende percorribile. Nella stima scritta – aggiunge ancora Marco Barile – c’è la valutazione professionale del valore immobiliare dell’immobile, comprese tutte le comparazioni di mercato. A cui si aggiungerà l’analisi reddituale per capire se il finanziamento possa essere preso in considerazione”. E se il progetto non è fattibile? “Proponiamo al cliente di modificarlo per renderlo fattibile, lo supportiamo affinché lo diventi, mettendo a disposizione tutto ciò che è possibile fare, dalla consulenza a servizi specifici”.  Oltre al metodo, ci sono competenze e lavoro. Ma c’è anche un approccio improntato sulla chiarezza e sulla trasparenza, indice di rispetto verso il cliente.  “Non esiste una compravendita o un piano di sviluppo della nostra azienda che non sia improntato così, su valori forti e metodologia attuata finora. Per questo, da un lato la capillarità sul territorio riteniamo sia indispensabile perchè le persone devono conoscerti, fidarsi, devono sentirti uno di loro, un punto di riferimento nel quartiere per affidarti la compravendita della propria casa. Dall’altro, non può essere una presenza territoriale fine a se stessa o speculativa, tanto per esserci” sottolinea. Anche se con il mondo digitale qualcosa è cambiato, “i quartieri hanno una popolazione variegata, nelle zone centrali i proprietari hanno un’età tendenzialmente più alta, sono più scettici e utilizzano meno il mondo digitale. Preferiscono rivolgersi all’agenzia del posto, al consulente di fiducia”. E sulla base di tali presupposti si sviluppa il “modello Progedil”, che rappresenta la strada sulla quale si è sviluppata la rete del brand.  Quel che cambia, nel cambio generazionale, oltre all’intraprendenza dei 40 anni di Marco che compete, in modo positivo, con l’esperienza dei 60 anni del papà Giuseppe, è il lavoro. “Nel settore privato fai da mediatore tra l’uno e l’altro, non puoi rappresentare nessuno. E’ un altro lavoro” conclude Marco. L’anima e la passione restano: sono doti di famiglia.

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