Economia Circolare a Reggio Calabria: le case history di livello

Anche l’occasione reggina del workshop Management e imprese alla sfida dell’Economia Circolare è stata l’occasione per scoprire le case history di livello presenti sul territorio calabrese.

R.ED.EL. Srl

“La R.ED. EL. Srl – ha spiegato Caterina Suraci – opera su tutto il territorio nazionale nel campo delle costruzioni, installazioni e manutenzioni di impianti elettrici ed anche nel settore delle energie rinnovabili. Tra le attività svolte rientrano anche l’esecuzione di scavi e la costruzione di reti in fibra ottica. Da oltre due anni lavoriamo per diverse commesse anche a Padova, Parma e ultimamente anche a Vibo Valentia. Dal 2014 l’azienda si è dotata di un settore di ricerca e sviluppo allo scopo di incrementare nuove soluzioni per l’efficienza dei processi”.

Consuelo NAVA – Ricercatrice Universitaria, responsabile scientifica progetto Pvcupcycling

“Sul tema dell’economia circolare, delle aziende a rifiuti zero la R.ED.EL., investendo in ricerca e sviluppo, ha partecipato a differenti competizioni. In questo momento con il progetto PVCUpcicling che è finanziato con il PorCalabria 1420 la R.ED.EL. con Roberto Barega, uno dei suoi amministratori e con me come responsabile scientifica ricercatrice, guida un team con partner importanti come l’Unical Diatic di ingegneria ambientale ed Enea. Il progetto prevede di riciclare i cavi provenienti dalla dismissione degli impianti elettrici e di farne un compound di materia prima seconda di pvc per altri settori come quello dell’edilizia sostenibile”.

Maria Teresa Celebre – responsabile comunicazione Calabra Maceri

“La nostra è un’azienda del comune di Rende, un’azienda che si occupa di raccolta, trattamento e valorizzazione dei rifiuti. Ci occupiamo di rifiuti da tantissimo tempo e fino a qualche anno fa ci occupavamo semplicemente di accompagnare il processo di trasformazione dei rifiuti fino allo stato di materia prima seconda da trasferire poi alle aziende successive di trasformazione, alle cartiere e quant’altro. Negli ultimi tre anni abbiamo raggiunto un obiettivo molto importante per noi, quello della trasformazione a 360 gradi di un prodotto. Si tratta della frazione organica, già nel 2014 abbiamo avviato il nostro primo impianto di compostaggio per cui dal 2015 produciamo un prodotto certificato premiato dal C.I.C. Consorzio Italiano Compostatori. È un ammendante per l’agricoltura biologica si chiama Terra Sana Bio, sta rispondendo bene nelle sperimentazioni effettuate in Calabria è quindi un prodotto di cui siamo estremamente fieri ed orgogliosi. Negli ultimi due anni abbiamo fatto in realtà il passaggio successivo, quello della valorizzazione della frazione organica attraverso un primo passaggio che è quello del biodigestore.

Biodigestore che abbiamo realizzato in diciotto mesi con un team di esperti, un team tutto made in Italy coordinato dal nostro ingegnere interno attraverso il quale abbiamo messo in rete il primo biometano per autotrazione in agosto 2018. Un impianto, il nostro, tecnologicamente molto avanzato, un impianto che è stato il primo in Italia a produrre biometano per autotrazione, uno dei primi due impianti in Italia.  Un impianto che in questo momento riesce a trasformare 50 mila tonnellate di organico in circa diecimila metri cubi di biometano per autotrazione senza tralasciare il prodotto residuo che viene trasformato in ammendante per l’agricoltura biologica”.

 

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