Soldi per adeguare i sistemi antincendio nelle scuole dell’Umbria

Quasi tre milioni di euro per le scuole del primo e secondo ciclo di istruzione scolastica: sono questi i contributi che saranno erogati ai comuni attraverso il Piano 2019-21 di adeguamento alla normativa antincendio degli edifici scolastici. “Nell’ultima seduta della Giunta regionale – ha affermato l’assessore all’istruzione Antonio Bartolini – abbiamo approvato i criteri di selezione delle domande che andranno a costituire il piano di interventi regionale da predisporre considerando in particolare la vetustà degli edifici ed il numero di studenti interessati, da inviare al Ministero dell’Istruzione entro e non oltre il prossimo 10 dicembre 2018. Sulla base dei criteri definiti nella Conferenza unificata Governo, Regioni ed Enti Locali del settembre scorso, il riparto dei finanziamenti nazionali prevede una dotazione per la Regione Umbria pari ad euro 2.836.041,91 per il triennio 2019-2021. Abbiamo ritenuto opportuno e necessario dunque acquisire in tempi rapidi le domande di intervento degli enti locali al fine di predisporre il piano regionale 2019-21 da trasmettere al ministero entro i termini prescritti e di individuare i criteri di valutazione delle domande, anche sulla base delle indicazioni fornite dal MIUR, e attribuire loro il relativo peso in termini di punteggio, nonché le modalità e i tempi di presentazione delle domande stesse.
Il piano triennale regionale degli interventi sarà quindi approvato dal dirigente del Servizio relativo e inviato al Miur entro il 10 dicembre 2018.
Tra i criteri di valutazione che concorreranno a formare la graduatoria degli interventi figura il numero di studenti presenti nell’edificio, riferito all’anno scolastico 2018-19, la vetustà dell’edificio e l’eventuale quota di cofinanziamento da parte del richiedente.
Le risorse disponibili ammontano ad euro 2.836.041,91 saranno distribuite al 30% per le Province (il 70 per cento alla Provincia di Perugia ed il 30 per cento alla Provincia di Terni); 40 per cento per i Comuni con popolazione pari o superiore a 15.000 abitanti ed il 30 per cento per i Comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti, con la possibilità di spostamento di risorse non utilizzate da una fascia all’altra.

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