Automotive: settore in salute, chiuso il 2017 con tutti gli indicatori in crescita

filiera automotive

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Sono 2.190 le aziende italiane della filiera automotive, occupano 156mila addetti e fatturano 46,5 miliardi di euro, valore in crescita del 6,9%. In Piemonte le 762 imprese del comparto realizzano da sole il 40% del fatturato complessivo e danno lavoro a più di 58mila addetti. Oltre all’export e agli investimenti in Industria 4.0, le strategie future puntano verso sostenibilità ambientale e sicurezza.

Presentata qualche mattina fa a Torino Incontra l’ultima edizione dell’Osservatorio sulla componentistica italiana, indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino, da ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) e dal Center for Automotive and Mobility Innovation (CAMI) del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

“I dati della nostra indagine dimostrano un settore in salute, che ha chiuso il 2017 con tutti gli indicatori in crescita: fatturato, numero di addetti, capacità produttiva, previsioni ottimiste per il futuro. E in questo panorama si conferma come sempre protagonista il Piemonte, dove si realizza il 40% del fatturato totale – ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio di Torino Vincenzo Ilotte. – Non possiamo, tuttavia, ignorare alcuni segnali che ci fanno guardare al 2018 con attenzione, in particolare a livello piemontese, a partire dal rallentamento della produzione industriale di parti e componenti per auto. Inoltre, dopo un positivo 2017 in cui le esportazioni piemontesi del comparto hanno registrato un aumento del +7%, nei primi sei mesi dell’anno registriamo una debole ma significativa frenata (-0,1%)“.

“I dati positivi della componentistica italiana confermano la sua capacità di stare al passo con l’evoluzione del settore e di proseguire sulla via dell’internazionalizzazione – ha osservato Giuseppe Barile, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica). – L’export del comparto ha visto un ottimo 2017 – superando i 21 miliardi di Euro (+6%), con un saldo della bilancia commerciale di 5,7 miliardi (+6%) – e anche nel primo semestre 2018 è in accelerazione (+7,8%), con un saldo della bilancia positivo per 3,8 miliardi (+27%), in linea con ordinativi esteri in crescita (+5,6% a gennaio-luglio 2018). Le consolidate competenze della filiera rappresentano un’importante base per le sfide tecnologiche e normative all’orizzonte, che mettono l’innovazione prepotentemente al centro delle dinamiche competitive del settore. È indispensabile, tuttavia, una politica industriale nazionale a sostegno del processo di trasformazione e riconversione alle nuove tecnologie dell’automotive, che richiederà alle imprese notevoli investimenti in ricerca e sviluppo, in formazione e in impianti produttivi”.

Secondo Francesco Zirpoli, Direttore scientifico del CAMI del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari: “La filiera automotive italiana vive un momento di crescita e può diventare il perno dello sviluppo dell’industria della mobilità in Italia. Tuttavia, il quadro che emerge dal rapporto dell’Osservatorio è ancora una volta quello di una filiera che investe poco nella ricerca e sviluppo, con l’intento di seguire piuttosto che anticipare le esigenze del cliente. Vanno, ad esempio, potenziati gli investimenti in ricerca e sviluppo nelle nuove tecnologie legate alle propulsioni alternative e all’auto a guida autonoma: sia FCA sia eventuali nuovi player che volessero entrare in Italia necessitano, infatti, di una filiera propositiva sul piano delle nuove tecnologie, affidabile e flessibile in termini di capacità di sviluppo prodotto e di produzione”.

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