Economia Circolare, Fossanova (LT): le case history aziendali

Confindustria Economia Circolare

Confindustria Economia Circolare

Giovedì 27 settembre la suggestiva abbazia di Fossanova ha ospitato il workshop “Management e Imprese alla sfida dell’Economia Circolare”, un progetto realizzato da Confindustria con il sostegno dell’Associazione 4.Manager e in collaborazione con Sistemi Formativi Confindustria e LUISS Business School, e che si avvale del contributo di esperti provenienti dal mondo della ricerca (Enea) e delle istituzioni (Ministero dell’Ambiente, Ministero dello Sviluppo Economico).

Il workshop di Fossanova ha rappresentato una preziosa opportunità di scambio e dialogo sul tema dell’economia circolare e dei vantaggi che può offrire al mondo dell’impresa.

Ad aprire i lavori è stato il Presidente di Unindustria Filippo Tortoriello, il quale ha evidenziato l’importanza dell’economia circolare per le imprese del Lazio:

“Le imprese del Lazio sono uguali alle imprese di tutto il resto del territorio: siamo un Paese di trasformazione, quindi la componente ‘materia prima’ è fondamentale. In un’economia lineare, tranne una serie di realtà che già nel loro percorso riutilizzavano gli ‘scarti’, le fonderie, rappresentano da questo punto di vista un aspetto primario dell’operazione di recupero di materiali di riutilizzo. Questo è un aspetto fondamentale non solo per l’economia della singola azienda, dove il riutilizzo degli scarti di lavorazione diventa una forma non solo di economia o di razionalizzazione del processo industriale, che comporta un’innovazione nel ciclo lavorativo: questo significa anche un risparmio dal punto di vista dell’impatto ambientale e dal punto di vista dell’energia;  perciò, rappresenta nel sistema globale del Paese un’innovazione tecnologia che è fortemente legata al tema di industria 4.0, perché in questo contesto l’economia circolare diventa un percorso virtuoso con un controllo continuo e costante dell’intero ciclo produttivo. A livello di Comunità Europea abbiamo un utilizzo di materiali pari a 150 tonnellate per persone, di cui 15 tonnellate vanno in discarica: questa è la dimostrazione di quanto sia fondamentale l’economia circolare. Una serie di studi parla di un incremento occupazionale a livello europeo di 2 milioni di persone, quindi per il Lazio, per il sistema Paese Italia, l’economia circolare diventa un elemento fondamentale delle politiche industriali.”

 

Le Case History

 

Federico SANNELLA – Direttore Relazioni Esterne, Birra Peroni

“Birra Peroni è da sempre impegnata su temi di sostenibilità e oggi è ancor di più visto l’importante dibattito che si sta svolgendo nell’opinione pubblica e a livello governativo sui temi dell’economia circolare. Un’economia circolare che noi cerchiamo di applicare nell’ambito dei nostri processi produttivi, ovvero con l’utilizzo del biogas, quindi con impianti specifici all’interno dell’impianto produzione, ma è importante pensare all’economia circolare non soltanto a livello di produzione industriale ma anche all’interno della propria filiera. Uno degli elementi forse più visibili dell’economia circolare in Birra Peroni è l’utilizzo del packaging ‘a rendere’, quindi ad esempio il vetro ‘a rendere’ piuttosto che i fusti, che sono un esempio concreto di come il processo produttivo possa rientrare in stabilimento dopo essere passato ai consumatori. Questo è un elemento fondamentale per quanto riguarda il consumo e quindi l’immissione sul mercato di rifiuti, uno dei temi più importanti dell’economia circolare, ma anche relativamente all’utilizzo delle risorse all’interno degli stabilimenti. Noi, dalle acque reflue, produciamo biogas che ci permettono di ridurre i consumi energetici all’interno dello stabilimento. Questi sono solo due esempi del processo di economia circolare, per non parlare poi del recupero dei rifiuti e quindi degli scarti di produzione.”

Marco CODOGNOLA– General Manager, Viscolube

“Il percorso di Viscolube inizia più di 50 anni fa per occuparsi degli olii minerali esausti, un rifiuto pericoloso che viene generato dall’attività industriale, dai mezzi di trasporto, tutte le volte che viene sostituito un lubrificante; questo rifiuto subisce un processo di trattamento simile a quello che subisce il petrolio grezzo per ottenere il lubrificante. Da questo processo, che nel corso dei 50 anni si è via via evoluto e specializzato, si ottengono delle basi lubrificanti rigenerate, in ragione di circa il 70% del rifiuto originale generato e queste basi lubrificanti rigenerate vengono vendute ai produttori di lubrificanti che le utilizzano esattamente allo stesso modo in cui utilizzano i lubrificanti vergini. Quindi, il segreto e la particolarità di questo settore è che il rifiuto viene recuperato a nuovo prodotto che entra così nello stesso circuito in cui entra il prodotto vergine: è un’economia circolare perfetta. Se a questo aggiungiamo qualche dato ulteriore, cioè che oltre al 70% di basi lubrificanti rigenerate si recupera circa il 15% di bitumi e circa il 7% di gasoli, si capisce come da un rifiuto quasi il 92-93% venga recuperato a nuova vita sotto forma di un prodotto. Un prodotto registrato Reach, un prodotto assolutamente equivalente al prodotto vergine, e questo riteniamo possa considerarsi una delle eccellenze in termini di performance dell’economia circolare. Ulteriore elemento non secondario, quel residuo di 7- 8% è composto in buona parte da acqua che viene trattata e reimmessa in corpo idrico superficiale dopo esser stata trattata. Il risultato, in estrema sintesi, è che da un rifiuto pericoloso noi abbiamo uno scarto dell’1-2%, essendo tutto il resto un prodotto recuperato che ha una funzionalità d’uso assolutamente equivalente a quella del prodotto vergine.”

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