Società italiana di economia agraria a convegno a Perugia

“Metamorfosi Verde” è il tema che affrontano 140 economisti agrari giunti da tutta Italia a Perugia per il 55° convegno della Società italiana di economia agraria (Sidea). Il via ieri, alla Sala dei Notari, con i lavori che si concludono nel pomeriggio di oggi nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia. Domani, infine, i partecipanti visiteranno il sito produttivo di Aboca SpA, azienda agricola a Pistrino di Citerna, e al Museo di Erbe e Medicina Tradizionale di Aboca (Sansepolcro).

L’agroalimentare italiano e umbro cambierà totalmente – sottolineano gli organizzatori -. ‘Metamorfosi’ è la parola giusta per capire cosa accadrà nei prossimi anni. Nella metamorfosi la ‘larva’ diventa ‘farfalla’, ma è anche la fase più delicata in cui può soccombere. Anche l’agroalimentare italiano può soccombere in questa fase se non governa il cambiamento o non è non sorretto da corrette politiche per il settore. Le parole chiave per una strategia vincente sono: digitalizzazione, interconnessione, sostenibilità, salute. Da questo punto di vista il 70% dell’agroalimentare umbro è a rischio, ma ha anche tutte le potenzialità per diventare “farfalla”, se coglierà la sfida del cambiamento.

“Per le imprese agrarie questo significa una profonda riorganizzazione delle risorse aziendali passando da un’agricoltura ‘copia-incolla’ a percorsi di innovazione per valorizzare le unicità in un quadro di agricoltura multifunzionale e sempre più sostenibile – dice il professor Andrea Marchini, docente di marketing agroalimentare dell’Ateneo perugino -. Il benessere del consumatore diventa la variabile strategica per la costruzione di valore”.

Le tecnologie dell’informazione hanno infatti modificato il rapporto tra cibo e consumatore. La crescente interconnessione ha alimentato sia timori, spesso ingiustificati, per la salubrità degli alimenti, sia consolidato l’importanza dell’alimentazione e dei legami tra cibo e salute. L’offerta di cibi in Italia ha sorretto nel tempo la dieta mediterranea che ha frenato il consumo di prodotti obesogenici; tuttavia la globalizzazione altera i modelli di consumo proponendo anche in Italia il rischio sanitario per una alimentazione errata. Secondo l’Istat un italiano su tre è in sovrappeso e uno su dieci ha problemi di obesità.
L’intero sistema agroalimentare è in grado di cogliere tali cambiamenti attraverso in una “riformulazione degli alimenti” in chiave salutistica e di benessere della persona con nuove opportunità per le imprese agrarie in cui convivono: prodotti, accoglienza, servizi ambientali, ricreativi, educativi e sociali.
Dal 1960 ad oggi l’agricoltura italiana ha perso quasi due terzi delle proprie imprese (da 4,2 milioni di aziende alle 1,4 di oggi), ma le risorse liberate sono state riutilizzate per la crescita delle aziende più innovative e collegate al mercato. Le aziende da 50 a 100 ettari nello stesso periodo sono passate da circa 28.000 a oltre 85.000 unità a testimoniare il grande processo di innovazione e costruzione di una agricoltura 4.0.

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