Tabacco: Regione Umbria, “tutela della salute al centro della nostra politica”

La Regione Umbria è attenta soltanto all’aspetto economico del tabacco? Una discussione sollecitata da Marco Dottorini (responsabile Servizio di riabilitazione respiratoria Usl Umbria1 e membro del Comitato esecutivo nazionale dell’Associazione italiana pneumologi ospedalieri) e Roberto Tazza (responsabile struttura semplice di pneumologia territoriale Usl Umbria2 e presidente regionale Aipo) con una lettera a Quotidianosanita.it. “E’ sconcertante e inammissibile – affermano i due pneumologi – un comportamento di politica regionale a dir poco schizofrenico che da una parte ammette il danno e il grave costo sociale e dall’altra appoggia una coltivazione così deleteria considerandone solo l’aspetto economico. Il tabacco se pur coltivato con pochi fitofarmaci è sempre tossico e nulla cambia”.

Un problema quello del fumo che dovrebbe essere particolarmente sentito, avendo l’Umbria una serie di record negativi. Dottorini e Tazza ricordano come in regione vi sia il 30% di fumatori, come tra gli adolescenti uno su 4 fumi e come la regione abbia una delle più alte prevalenze in Italia di malattie respiratorie (bronchite cronica ed asma: 7%). Fattori che portano a un costo di oltre 6 milioni di euro l’anno per l’ossigenoterapia. 

“La riduzione del danno da fumo – afferma una nota di Palazzo Donini in risposta all’intervento dei due medici -, e più in generale la tutela della salute, è da sempre al centro delle politiche della Regione Umbria. Lo dimostrano gli interventi attivati sia sotto l’aspetto sanitario sia per quanto la produzione del tabacco che vanno tutti nella stessa direzione: quella di diminuire al massimo i rischi e i danni legati al fumo. Non ha alcun fondamento l’affermazione che la Regione consideri solo l’aspetto economico del tabacco nel sostenerne la coltivazione, pur ammettendo il danno e il grave costo sociale”.

Nel ricordare i suoi interventi sul fronte della prevenzione (apposito Piano regionale, che prevede anche l’obiettivo di ospedali a ‘fumo zero’; campagne antifumo con target i giovani e una loro partecipazione attiva nella realizzazione), la Regione sottolinea come l’attività a tutto campo di contrasto e prevenzione dal fumo “non è in contraddizione, ma è anzi supportata proprio dalla programmazione per lo sviluppo rurale e dalle azioni svolte negli anni relative alla coltivazione del tabacco e che non hanno mirato soltanto alla salvaguardia di un comparto che è rilevante per l’economia umbra, ma al sostegno dell’innovazione e della ricerca per la sempre migliore qualità del prodotto così come all’incentivazione di nuove coltivazioni”.

Inoltre, prosegue la nota, “è oltretutto evidente che l’abbandono del tabacco nella nostra regione non impedirebbe che la produzione continuasse a venir praticata in altri Paesi del mondo e dunque non riteniamo questa sia la soluzione in grado di ridurre i rischi, i danni e i costi economici e sociali dovuti al consumo di tabacco. Obiettivo questo che è prioritario e attorno al quale la Regione è impegnata nel ricercare la collaborazione di tutti, compresi i coltivatori, le società di trasformazione del tabacco, il mondo della ricerca scientifica”.

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