Evoluzione: da fossile di Pantalla nuova luce sulla storia dei suini

Da Pantalla un nuovo fossile getta luce sulla storia evolutiva dei suini. In un nuovo articolo pubblicato su ‘Quaternary Science Reviews’, lo studio condotto da Marco Cherin, del dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia, insieme ai colleghi delle Università degli Studi di Torino, della Sapienza di Roma, della University of Glasgow e della Université de Bordeaux, analizza anche grazie all’uso di indagini tomografiche e ricostruzioni virtuali tridimensionali una nuova mandibola di Sus strozzii proveniente da Pantalla, il sito in Umbria datato a circa 2 milioni di anni fa e ben noto ai paleontologi grazie all’eccezionale stato di conservazione dei fossili. Lo Sus strozzii è l’unico suide presente in Europa nel periodo compreso tra 2 e 1 milione di anni fa circa, di taglia maggiore rispetto al cinghiale, ma probabilmente con simili adattamenti ecologici.

A partire dallo studio della nuova mandibola (lunga circa 35 cm, apparteneva a un grosso maschio, tra i più grandi mai segnalati in Eurasia non solo per Sus strozzii, ma per tutte le altre specie del genere Sus), i ricercatori hanno puntato a obiettivi ben più ambiziosi: chiarire le relazioni filogenetiche tra Sus strozzii e il suo presunto antenato pliocenico, Sus arvernensis, e quelle tra queste forme arcaiche e alcune altre specie attuali e fossili di suidi europei, asiatici e africani. Mediante l’analisi di 52 caratteri morfologici del cranio e della dentatura, è stato così costruito il più completo albero filogenetico ad oggi disponibile per i Suinae (la sottofamiglia di cui fanno parte i suidi attuali). Lo studio ha confermato che la separazione tra le forme africane (oggi comprendenti ilochero, facocero e potamocero) e quelle eurasiatiche (il genere Sus) è avvenuta precocemente nel corso della storia evolutiva dei Suinae, forse più di 10 milioni di anni fa. Nell’ambito del gruppo eurasiatico, la specie più primitiva è risultata essere proprio il cinghiale, che si è presumibilmente originata in Asia e si è diffusa verso l’Europa solo in tempi relativamente recenti. Sia Sus arvernensis che Sus strozzii fanno invece parte di un gruppo più derivato di suini, caratterizzati da una particolare morfologia dei canini inferiori, oggi rappresentati dalle molteplici specie di ‘suini verrucosi’ che vivono nelle aree insulari e peninsulari del Sud-Est Asiatico. Radici asiatiche, dunque, per una specie, Sus strozzii, che ha occupato con successo gli ecosistemi europei per più di un milione di anni, lasciando abbondanti testimonianze fossili anche nel nostro paese.

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