Il locale, che recentemente ha traslocato di pochi metri sempre nel Borgo Antico della “città dei due mari”, rispecchia appieno la filosofia dei due imprenditori, come afferma Ivan Pesce: “Recentemente abbiamo acquistato uno spazio più ampio nella stessa piazza della precedente sede del ristorante. Abbiamo voluto concretizzare il sogno di ingrandirci e di investire ancora di più in un’attività che, a tutti gli effetti, è la nostra vita”.
Fratelli Pesce Ristò, infatti, è nato 6 anni fa dalla passione di Ivan, con il pallino per il mondo beverage, e Adriano, forte di un’esperienza importante di studio e ai fornelli. “Per uscire dalla crisi, i giovani di oggi devono avere la capacità di investire in termini di dedizione e professionalità. Aumentare gli spazi deputati al ristorante, è un passo importante non solo per definire la linea del locale stesso, ma anche per avere qualcosa di nostro senza il peso di un affitto a lungo termine inutile”.
E così il locale rappresenta la cucina in uno scambio tra design e tradizione che rispecchia le proposte enogastronomiche: “Uno spazio caratteristico e giovane al contempo, con una forte attenzione al design contemporaneo e un gusto raffinato. Il tutto ad abbinarsi alle volte a botte, all’intonaco dipinto e alle porte antiche tipiche del territorio, come quelle delle masserie”.
Cucina mediterranea protagonista, con un occhio di riguardo per la tradizione pugliese, ma con proposte che spaziano tra rivisitazioni e prodotti di stagione assoluti protagonisti: “La cucina dei freschi è una peculiarità e una priorità per noi e la proposta è quella di piatti stagionali sfiziosi, che esaltino le primizie del territorio e le ricette più importanti e gustose della cucina marinara pugliese e italiana”.
Piatto forte? Gli gnocchetti con pistacchi e gamberi, soprattutto, ma anche i nuovi spaghettoni con carciofini, seppioline e pomodorini Pachino, la calamarata allo scoglio rivisitata, le orecchiette all’ortolana con pesce spada locale e i troccoli (un tipo di pasta simile agli spaghetti alla chitarra) con cacio, pepe e cozze, in una nuova versione del celebre piatto romano con il prodotto re della cucina tarantina.
Il ristorante, inserito nel circuito dei locali Slow Food, propone anche piatti senza glutine e lavora tutto l’anno: “È importante per noi essere a disposizione del cliente indipendentemente dal flusso turistico. Per questo siamo aperti anche in inverno e la nostra cucina si presta a soddisfare le esigenze di cittadini e pendolari, sicuramente differenti da quelle dei vacanzieri”.