L’Università di Perugia pronta a “sbarcare” su Marte

Su Marte scenderà anche l’Università degli Studi di Perugia. Per meglio dire il Dipartimento di Fisica e Geologia. Comunque non proprio Marte sarà la sede di un grande esperimento internazionale al quale parteciperanno numerosi centri di ricerca, ma il deserto dell’Oman, lo stato arabo scelto per le sue caratteristiche geologiche analoghe al pianeta Marte. Così i ricercatori “perugini” Maurizio Ercoli e Cristina Pauselli saranno tra i protagonisti di AMADEE-18, la missione su Marte simulata nel deserto. AMADEE-18 è coordinata dall’Austrian Space Forum, ente specializzato nello sviluppo delle tute spaziali e delle procedure legate all’esplorazione umana del “Pianeta Rosso”.
Nell’ambito della missione, che porterà avanti esperimenti di medicina, robotica, astrobiologia e geoscienze, il Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con l’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (IAPS) dell’Istituto Nazionale di Astrofisica nella persona del Dottore Alessandro Frigeri, contribuirà al ritorno scientifico di AMADEE1-8 con l’esperimento “ScanMars”, ovvero un’indagine geofisica eseguita con lo strumento “Ground Penetrating Radar” (GPR) del Dipartimento di Fisica e Geologia. Il GPR permette di ottenere delle vere proprie immagini del sottosuolo tramite la ricetramissione di onde elettromagnetiche nel terreno. Gli Astronauti “analoghi” in Oman verranno così guidati nell’acquisizione di dati che permetteranno di osservare strutture geologiche originate dell’azione dell’acqua in zone aride, analogamente a quanto viene studiato con le missioni su Marte.
Proprio nell’ottica della preparazione alle prossime esplorazioni umane e robotiche dell’Agenzia Spaziale Europea sul Pianeta Rosso, inoltre, uno sforzo particolare si sta facendo per creare una sinergia con altri esperimenti, in particolare con il “Field Spectrometry”, lo spettrometro da campo dello IAPS e PI-ship ASI.

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