Ulderico Sbarra, segretario regionale Cisl, non ha dubbio: “è indispensabile un cambiamento, dobbiamo ricreare la comunità”

ulderico sbarra

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Il Corriere dell’Economia ha intervistato il Segretario in esclusiva in relazione a temi di attualità e politica economica per la regione Umbria. Ecco cosa ci ha detto.

Segretario Sbarra, cosa ci dice l’attuale situazione?
“Sui dati abbiamo una grande confusione, a volte assistiamo a commenti negativi anche in assenza di logiche comparate; vanno chiaramente verificati meglio. Assistiamo a quella che è considerata dalle associazioni di categoria una seppur timida ripresa; per noi la visione è diversa. L’attuale situazione è caratterizzata da una forte diseguaglianza che comporta un ampliamento dei margini di povertà. La piccola ripresa economica cui si assiste è dovuta all’incremento dell’export incrementato in tutto l’occidente”.

Qual è la priorità?
“L’Umbria soffre troppo – ha continuato Sbarra – ed orami dal 2008: i pochi dati positivi rischiano di essere una passeggera fiammata, non possiamo ancora fidarci completamente. Il confronto tra le forze sociali e la Regione è questa la priorità, per condividere lo stato dell’arte e confrontarsi sull’interpretazione dei dati. Ci preoccupa la lunga stagione elettorale in cui torna paritario il lavoro, il nostro pensiero è che il lungo periodo recessivo è dovuto ad un modello economico errato, modello non più adeguato e da rivedere nell’ottica di costruirne uno nuovo. Per esempio la situazione occupazionale: aumenta il precariato e diminuisce il lavoro a tempo indeterminato. Vi sono evidenti limiti da superare. Si deve cambiare il modello economico, scegliere un aspetto su cui condensare un’azione per inviarvi risorse pubbliche e private. Il centro del problema è la produttività, la globalizzazione porta in basso le problematiche. Il vero punto di snodo è la produttività: si deve generare ricchezza per poi ridistribuirla”.

Come si deve agire nel concreto?
“Se il tema è la produttività il territorio deve essere attrattivo e servito da servizi pubblici e privati funzionali e disponibili. Infrastrutture, pubblica amministrazione efficiente, riduzione della burocrazia, un piano rifiuti strutturato, il progetto di un aeroporto, l’alta velocità. Queste cose possono cambiare il modello di sviluppo”.

Come si migliora la pubblica amministrazione?
“È sbagliato il modello economico mondiale, sono le lobby a gestire la politica. Anche il sindacato ha la responsabilità perché ha accettato la logica politica andando dietro al consenso. Il modello solidale in Umbria ancora regge perché il sindacato cerca di salvaguardare il welfare (il territorio, la produttività, la concertazione diffusa). E poi il lavoro, il lavoro genera reddito, un reddito legato alla dignità della persona : per questo è necessario aprire tavoli specifici su alcuni temi. Dobbiamo aspirare al cambiamento, ricreare la comunità”.

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