Alta Velocità Umbria: Fit Cisl, il problema è infrastrutturale

Alta Velocità sì, ma purché il progetto sia credibile e faccia veramente uscire l’Umbria dall’isolamento rispetto a tale rete, rispetto ad Ancona e soprattutto Roma. E per ottenere ciò la Fit Cisl Umbria, tramite il suo segretario regionale Fabio Ciancabilla, chiede che “si doti la stazione di Perugia delle necessarie infrastrutture e servizi. Altrimenti, si scelga la stazione di Foligno come base di partenza. Ciò perché si tratta di una stazione presenziata e dotata di tutto il necessario per le attività accessorie e dedicate ai diversamente abili”.

Secondo il sindacato il vero problema dell’isolamento della regione è rappresentato “dalla rete infrastrutturale di cui l’Umbria è dotata e dalla tipologia delle tracce orarie”. Questo fa sì che “è tecnicamente improbabile che pur cambiando la tipologia del materiale rotabile, ci siano riduzioni temporali sostanziali dei viaggi senza i dovuti adeguamenti della rete e delle tracce orarie”.

“Con l’introduzione del Frecciarossa questa situazione non cambierà” chiarifica la Fit Cisl Umbria, invocando uno sforzo da parte della politica e delle istituzioni per obiettivi strutturali e duraturi. Proprio considerando l’introduzione del Frecciarossa come non significativa sui tempi di percorrenza, Ciancabilla invita a “ipotizzare collegamenti con materiale rotabile più funzionale alla nostra rete, come gli ETR 425 conosciuti come Jazz, con la sola fermata di Perugia, tra Foligno e Arezzo, per poter collegare la nostra regione all’AV” che porterebbe a tempi analoghi “ma a costi contenuti ed inferiori addirittura a quelli di un Intercity”. Costi che non sono solo quelli aziendali e della collettività, ma soprattutto quelli del biglietto e quindi dell’accessibilità al servizio stesso.

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