Carmine Ciccarini: «Con la pittura svelo la solitudine del nostro tempo»

Carmine Ciccarini nel suo studio

Carmine Ciccarini

Da Parigi a New York, da Francoforte a Firenze. E poi ancora Londra, Milano, Palermo, Bologna, solo per citare alcune città che hanno ospitato personali di Carmine Ciccarini. La sua carriera artistica è iniziata nel 2002, grazie ad una passione profonda ed un talento purissimo. Figlio di un restauratore, Ciccarini si interessa precocemente all’arte sotto la guida di uno zio artista. Quindi, vivendo immerso in un ambiente culturalmente elevato, coglie l’opportunità di frequentare Annigoni, De Chirico, Basquiat, Fernanda Pivano e alcuni scrittori e poeti del calibro di Elemir Zolla e Ceronetti che contribuiscono alla formazione della sua visione artistica, tra letteratura, poesia e pittura.

«La mia pittura è assolutamente personale tra modernità e richiamo allo stile classico – spiega l’artista – ed è così che descrivo megalopoli e città, carpendone il cuore e il movimento e rappresento l’uomo, che della metropoli è parte, con il suo fardello di solitudine e alienazione». L’opera di Ciccarini narra insomma la vita umana nella sua interezza, come un ciclo perenne e in fulmineo movimento. Colpisce l’uso dei colori, che diventa il perno avvincente e narrativo, fondamentale per comprenderne il tutto. Un artista eclettico con la facoltà di raccontare il vero dal nostro tempo. La capacità di osservare e di cogliere le sfumature delle metropoli sono doti che gli sono universalmente conosciute. Non è un caso che il volume fotografico “Carmine Ciccarini – La Città delle Anime” (edito da Skira nel 2014, curato da L.Caprile e distribuito da Feltrinelli) ha avuto uno straordinario successo di vendite.

Carmine Ciccarini riscuote  notevoli consensi anche nella critica specializzata: in molti hanno accostato il suo nome a quello di Edward Hopper, il celebre pittore statunitense passato alla storia per i ritratti della solitudine nella vita americana contemporanea. Eppure nella vasta produzione di Ciccarini non troviamo quel carico di angoscia e disperazione,  come scrive Cristina Acidini: «I quadri di Ciccarini fanno rivivere le sensazioni fugaci che ci restano d’una metropoli, nella memoria degli occhi e dei cuore». O ancora, nelle parole di Maria Paola Lupo. «Quelle di Carmine Ciccarini sono megalopoli contemporanee che si mostrano in tutto il loro lirico realismo, attraendo lo sguardo con mille luci». Un pittore visionario, un artista totale, eppure una persona dotata di una straordinaria umiltà.

 

 

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