Cooperazione internazionale, conclusa la missione nei territori palestinesi

Si è conclusa ieri la missione di tre giorni del vicesindaco Guido Montanari nei territori palestinesi. La delegazione dell’Amministrazione comunale torinese, composta da tecnici e rappresentanti dell’Area Cooperazione internazionale del Gabinetto della Sindaca, si è recata in Medio Oriente a conclusione di Bsw (Bethlehem smart water) il primo progetto legato allo sviluppo della rete di acqua potabile e del relativo telecontrollo nelle aree di Beit jala e di Beit Sahour, a Betlemme, finanziato con 900mila euro nel quadro di un programma italo-palestinese e pianificato anche attraverso l’apporto del know-how Smat.

Contestualmente, la rappresentanza torinese ha imbastito le relazioni preliminari di una iniziativa, varata lo scorso settembre, che riguarda sempre Betlemme, tesa alla produzione di energia rinnovabile con un investimento complessivo di un milione 880mila euro di cui quasi un milione e 500mila cofinanziati dall’Agenzia italiana per la cooperazione internazionale. Il progetto “Nur (New urban resources) – Energie rinnovabili per Betlemme”, di cui è capofila la Città di Torino, riguarda attività di formazione, il potenziamento in alcuni edifici pubblici degli impianti, la definizione di modelli di business, il miglioramento della governance della filiera dell’energia rinnovabile.

Il gruppo ha inoltre approfondito tematiche legate alla tutela e alla valorizzazione del sito archeologico di Betania, alle porte di Gerusalemme, in partnership con il Centro per la conservazione e il restauro dei beni culturali “la Venaria Reale”. L’iniziativa riguarda in particolare un programma di formazione multidisciplinare in loco per dodici giovani palestinesi, in materia di conservazione e restauro.

Dal canto suo, il vicesindaco Montanari si dice soddisfatto del sopralluogo appena concluso: “I progetti che abbiamo approfondito sono finanziati da programmi nazionali differenti, tuttavia abbiamo potuto riconoscere in presa diretta la validità delle politiche di cooperazione e del modo efficace e sinergico attraverso cui la società civile torinese, gli atenei e la nostra Amministrazione operano. In questo caso specifico con azioni tese a rendere fruibile l’accesso ai cittadini di quell’area a beni comuni come l’acqua e l’energia solare e a conservare beni culturali di inestimabile valore”.

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