Detenuto si laurea all’Università di Perugia

Si è laureato in giurisprudenza: ebbene, a chi sembra che questa non sia una grande notizia, manca solo il fatto che il neo dottore è Franco Trovato, da circa 25 anni sottoposto al cosiddetto carcere “duro”, quella che una volta si chiamava 41-bis. Ovviamente non è uscito dalla sua prigione, a Rebibbia, alla periferia di Roma, ed ha usato la teleconferenza per collegarsi e sostenere gli esami presso l’Università di Perugia.

La tesi, che ha visto come relatrice la professoressa Mariangela Montagna, è stata discussa la scorsa settimana; Franco Trovato ha affrontato l’argomento nel quale aveva una maggiore dimestichezza e cioè l’essere sottoposti al regime carcerario differenziato, previsto dall’art. 41-bis, che viene inflitto, dal giudice a chi è stato giudicato colpevole di delitti molto gravi. La tesi, ovviamente risente della particolare situazione di Franco Trovato il quale ha anche avuto l’occasione di evidenziare la carenze e criticità del trattamento penitenziario.
La commissione di laurea presieduta da Giovanni Marini, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, era composta dai docenti Carlo Fiorio, Mariangela Montagna, Rossella Fonti, Vico Valentini, Stefano Anastasia, Serenella Pieroni, che sono fra i più impegnati nella tutela dei diritti delle persone ristrette nella libertà personale.

Una parte importante della vicenda l’ha sostenuto il Dipartimento di Giurisprudenza offendo nello specifico, un sostegno concreto all’istruzione dei detenuti, quale importante momento di risocializzazione previsto dall’ordinamento penitenziario.

Era anche presente nella commissione pure Carlo Fiorio, già Garante dei detenuti per la Regione Umbria, e Stefano Anastasia, attuale Garante delle persone private della libertà personale delle Regioni Umbria e Lazio, nonché degli altri docenti a vario titolo impegnati nel percorso di costante e continuo contatto tra il Dipartimento di Giurisprudenza e le strutture carcerarie del territorio nel cui ambito è andato sviluppandosi dapprima lo Sportello per i diritti in carcere promosso dalle cattedre di Procedura penale e Sociologia del diritto e, successivamente, l’attuale Clinica legale penitenziaria.

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