Elio Petroni Investigazioni “Il nostro lavoro, alla continua ricerca della verità, ha una funzione sociale”.

Elio Petroni nel suo studio
Trovare o scovare, in inglese detect, è quello che fa un detective, che in italiano si traduce con il termine investigatore. Una figura professionale che però nel nostro paese ha ruolo e compiti diversi dal suo omonimo d’oltre frontiera. L’investigatore può essere pubblico, e in questo caso la funzione è svolta dalle forze di Polizia. Ma può essere anche privato, nel rispetto dei limiti previsti dalla legge: ovvero previa autorizzazione ad esercitare indagini per conto di altri soggetti, in genere privati. Come nel caso di Elio Petroni, titolare dell’omonima agenzia investigativa romana.

Prendiamo l’esempio di indagini sul comportamento di un giovane che desta sospetti ai genitori: la Polizia non esercita indagini di questo tipo, ed ecco che subentra, su mandato del cliente (in questo caso del genitore coscienzioso), l’investigatore privato. “La maggior parte delle persone che si rivolgono a noi – spiega Petroni  – lo fa, oltre che per il controllo di giovani, per l’assenteismo, l’infedeltà coniugale o lavorativa. Immaginiamo ad esempio alla legge 104, della quale talvolta un dipendente ne usufruisce in maniera illecita. Pensiamo ancora alla concorrenza sleale tra le aziende, alla contraffazione dei marchi oppure alla ricerca di una persona morosa”. I campi di azione sono davvero tanti, eppure limitati nella possibilità di intervento. “Un investigatore privato – spiega Petroni – può pedinare e può avvalersi di apparecchiature elettroniche, come i localizzatori GPS satellitari”. “C’è una consolidata giurisprudenza  – precisa Petroni – secondo la quale il pedinamento che effettuiamo noi investigatori privati non rientra nell’azione molesta punita dall’art. 660 del codice penale, ma non possiamo, ad esempio, interrogare le persone né compiere intercettazione telefonica e ambientale”. Un lavoro complesso, che richiede innanzitutto intuito, scaltrezza, esperienza e capacità di garantire riservatezza al cliente. Che nel tempo si è evoluto.

A partire da internet che ha trasformato la voce dei portieri  di un tempo, a cui prevalentemente un investigatore privato si rivolgeva per reperire notizie informali, alle notizie reperibili oggi dai social, comunque sempre da verificare. Fino alle richieste dei clienti, che sono mutate con il mutare della società. “I clienti una volta erano interessati principalmente all’infedeltà coniugale, spinti da gelosia. Oggi il nostro ruolo ha una funzione sociale ancora maggiore, poiché non è tanto la gelosia a spingerli a indagare sul coniuge quanto la necessità di reperire prove sulla presunta infedeltà, poiché le prove che raccogliamo potranno indurre il cliente a chiedere l’addebito di responsabilità al coniuge infedele, con i successivi risvolti anche economici, nel caso di separazione. La nostra funzione sociale è nell’utilità delle nostre attività”.  Che per Elio Petroni, che ha conquistato la notorietà e la fiducia dei clienti adempiendo ad ogni mandato con scrupolo e serietà e, per utilizzare una sua espressione, “mettendoci la faccia, poiché è un lavoro che richiede grande senso di responsabilità”, la funzione di utilità sociale equivale anche al continuo raggiungimento di obiettivi: la cosiddetta ricerca della verità, sempre e comunque. “La mia soddisfazione maggiore è raggiungere quegli obiettivi che possano dare risposte esaurienti e prove sufficienti e chiarificatrici al cliente. Quando le persone mi pagano dicendomi -benedetti i soldi che ho speso – è allora che mi sento davvero soddisfatto”.

 

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