Sauro Pellerucci: “Reputazione e comunicazione di buone pratiche per ingaggiare gli stakeholder in maniera non artefatta ma autentica”.

Sauro Pellerucci

Sauro Pellerucci

“Non basta ascoltare gli stakeholder: oggi occorre ingaggiarli e quindi modificare il modo stesso di concepire le relazioni nei processi decisionali e nelle strategie di comunicazione. E le organizzazioni che hanno compreso questo cambiamento stanno passando da un approccio tattico a una visione strategica della sostenibilità”.

Argomento chiave – si legge nel programma della giornata – di una sessione del Salone della Responsabilità Sociale e dell’Innovazione Sociale, la due giorni che vedrà uniti, all’Università Bocconi di Milano imprenditori, esperti e mondo delle istituzioni per discutere delle mille sfumature della Responsabilità Sociale (CSR), oggi divenuta una vera e propria leva per lo sviluppo delle imprese e del territorio in cui operano.

All’incontro, coordinato da Laura Cantoni, Partner Astarea, dal titolo “Ingaggiare gli stakeholder: l’importanza della comunicazione”, che avrà luogo il 3 ottobre alle 15:00 in Piazza dei numeri, si confronteranno alcune imprese che hanno avviato interessanti processi di stakeholder engagement.

Tra i relatori, oltre a Alessandro Vanoni, Communication, Contents & Engagement manager di AXA Italia, Myriam Finocchiaro, Responsabile Comunicazione, Relazioni Esterne e CSR Granarolo, Fabrizio Prevarin, Responsabile Servizio Comunicazione e Soci Crédit Agricole Friuladria, anche Sauro Pellerucci, Presidente di Pagine Sì! spa nonché componente del Gruppo Tecnico Responsabilità Sociale di Confindustria, che da tempo è impegnato con la sua azienda e con Associazioni no profit che presiede in progetti di CSR che stanno dando risultati positivi.

Sottolinea Pellerucci: “E’ fondamentale comunicare con i portatori di interesse, interni ed esterni all’azienda, in maniera credibilmente continuativa, con l’esempio, le buone pratiche e il rispetto dell’affidamento reciproco, che si esprime diversamente verso i collaboratori e i dipendenti, rispetto che alla clientela o alla comunità tutta. La buona reputazione, che non si può raccontare se non è autentica e supportata da fatti comprovati, è ciò che serve per dare un contenuto importante da comunicare da parte di chi si occupa, poi di comunicarlo in maniera sentita, credibile e appassionata, affinché esso non sia finzione o prodotto di tecnicismo manierista, in una parola: artefatto”.

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