Giancarlo Vitali: «Gli infortuni sul lavoro? Non c’è niente di casuale occorre una nuova cultura della sicurezza e una politica del fare»

Giancarlo Vitali

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«Occorre promuovere una nuova cultura della sicurezza e attuare una politica del fare »: è quanto afferma Giancarlo Vitali alla luce dei dati Inail sul primo semestre 2017 che evidenziano un aumento degli infortuni sul lavoro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. «Le cadute dall’alto rappresentano purtroppo la percentuale più elevata di morti sul lavoro e dei gravi infortuni che determinano invalidità permanenti e invalidanti ma con c’è niente di casuale nella morte sul lavoro – afferma Vitali, che è anche Presidente Vicario di APC-Lavori in quota di Aias, associazione professionale impegnata nel promuovere una formazione qualificante per gli addetti e per la sicurezza sui luoghi di lavoro. La sicurezza è ormai assodato che dovrebbe essere predisposta in fase progettuale a cura di professionisti qualificati e realizzata da imprese qualificate. Già in fase di appalto dei lavori i controlli da parte della stessa committenza, compreso gli enti pubblici che in materia di salute e sicurezza dovrebbero essere da esempio, prediligono con molta frequenza porre attenzione all’aspetto economico e non a quello della sicurezza ».

«Il presupposto conclude Vitali – è che le “Linee Vita”  termine che definisce le misure di sicurezza in dotazione all’opera contro le cadute dall’alto degli addetti  devono essere sempre sicure, ergonomiche, semplici nell’utilizzo e quindi conformi alle norme tecniche di riferimento, soggette ad una specifica progettazione quale sistema di sicurezza efficace, installazione e messa in servizio da parte di tecnici qualificati, dotate di specifiche istruzioni per l’utilizzo e del piano di mantenimento. Spesso, però, il mercato premia esclusivamente il valore economico oppure cade nell’inganno di regolamenti controversi e complicati che costringono il committente al mero rapporto di fiducia con l’impresa correndo il grave rischio sia per le proprie responsabilità, spesse volte nascoste, sia per l’incolumità di chi li utilizza».

La cura? « Maggiori controlli da parte delle autorità, la promozione di una formazione e un addestramento efficace specifico agli addetti ai lavori in quota così come una formazione qualificante per i tecnici in grado di portare vantaggi economici ai committenti e invogliarli a investire nella sicurezza».

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