Fondazione Pia Opera Ciccarelli onlus, oltre 40 giovani pronti ad accudire gli anziani per favorire lo scambio intergenerazionale

solidarietà

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Scambio intergenerazionale, crescita, formazione e reciproca conoscenza. Questo l’obiettivo del progetto portato avanti anche quest’anno dalla Fondazione Pia Opera Ciccarelli onlus, dedita all’accoglienza e all’assistenza degli anziani nella provincia di Verona, attraverso il bando che ha selezionato oltre 40 studenti di età compresa tra i 16 e i 22 anni per affiancare gli educatori e gli ospiti delle case di riposo di San Giovanni Lupatoto, di Castel d’Azzano, di Bosco Chiesanuova e di Verona.
La presenza dei giovani è armonica rispetto al Progetto Educativo Assistenziale di ciascuna residenza ed è finalizzata all’accompagnamento dei residenti nel parco, a tenere loro
compagnia, all’affiancamento nella realizzazione di attività culturali e di socializzazione dentro e fuori il centro servizi. Il progetto, oltre a favorire il dialogo e l’inclusione nella società degli anziani, contribuisce alla crescita e alla formazione dei giovani affinché possano sentirsi utili ed importanti per qualcuno in condizione di bisogno imparando molto del mondo della terza età. Il progetto prevede la presenza dei ragazzi in due periodi, il primo dal 3 al 30 luglio, il secondo dal 31 luglio al 27 agosto, preceduto da un percorso formativo seguito dagli studenti per affrontare al meglio i loro compiti all’interno dei diversi centri di servizio.
Un progetto che desta ogni anno molto entusiasmo, sia da parte degli anziani ospiti, che si avvicinano al mondo dei giovani, socializzano e ricevono supporto, sia da parte dei ragazzi che stanno partecipando, che oltre a ricevere una gratificazione economica crescono molto e ampliano la loro formazione in ambito sociale. “I ragazzi si sentono importanti ritagliandosi un ruolo fondamentale nella vita del prossimo – spiega Simona Bresciani, pedagogista e tutor del progetto di affiancamento intergenerazionale -. Recuperano quindi fiducia in se stessi, crescono, si formano, migliorano la loro qualità di vita. Anche gli ospiti ne risentono positivamente, respirando freschezza e costruendo nuove relazioni con una fascia d’età diversa. E questo progetto fa bene anche agli operatori, che vengono affiancati dai E questo progetto fa bene anche agli operatori, che vengono affiancati dai giovani e possono accrescere la conoscenza del loro lavoro, combattere gli stereotipi e migliorare la cura degli anziani non autosufficienti”.
Proprio per monitorare l’efficacia e la validità del progetto, prima dell’inizio del servizio e al termine viene somministrato ai ragazzi un questionario: in questo modo si verifica dati alla mano come si modificano le percezioni della terza età, del servizio svolto nelle strutture e della conoscenza di sé e del prossimo. Dati che vengono suddivisi per i vari nuclei e che servono a migliorare costantemente anche il servizio offerto dalle strutture della Fondazione.

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