Prepensionamenti: via alle domande

La nuova normativa che interessa quella parte di lavoratori che vogliono accedere alla pensione prima dei ferrei vincoli della Legge Fornero, sta entrando in funzione e già l’Inps è stata “sommersa” di domande: sedicimila in complessivo, tremila nella sola Lombardia. L’Ape, che è l’acronimo di Pensione Anticipata, era stato definito dal precedente governo per permettere, in determinati casi, di poter andare in pensione superando il blocco della “Legge Fornero”. L’avvio a questa forma di “flessibilità” era stata data dalla Legge di Bilancio, che ha confermato i tetti di spesa. Insomma va ricordato che l’Ape “sociale” è nei fatti un “reddito ponte”, destinato a chi ha più di sessantatré anni e si trova in difficoltà famigliari o personali, con famigliari con disagi gravi. L’importo erogato non potrà essere maggiore di 1.500 euro lordi mensili. Un aiuto anche per chi può definirsi lavoratore precoce come chi ha svolto attività usuranti.
Ora l’Inps aspetta a piè fermo le domande che sono state stimate in circa sessantamila, anche se il ritmo della presentazione, tremila al giorno, sembra dover superare tale limite. L’istituto di previdenza poi, valuterà la correttezza delle richieste, se rispondono o meno, ai requisiti fissati dalla legge. Ovviamente i patronati sono a disposizione dei richiedenti, per far pervenire gli incartamenti entro il prossimo quindi luglio. Per chi non riuscisse a rispettare tale data, si aprirà una “finestra” alla fine del mese di novembre, con una penalizzazione: verranno prese in considerazione le domande soltanto se saranno rimasti fondi in cassa. Da tenere presente che quella da inviare entro la metà di luglio è in realtà, solo una “pre-domanda” che servirà all’Inps per una valutazione delle cifre in gioco. Soltanto successivamente, e comunque nel mese di ottobre, si dovrà presentare la documentazione “ufficiale”, quella che potrebbe dar diritto ad un prepensionamento

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