Ludopatia: in Umbria sono 10mila le persone coinvolte

In Umbria le persone che hanno problemi con il gioco, secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio regionale sulle dipendenze, sono circa 10mila (il 5,6% della popolazione nella fascia 15-74 anni, in linea con la media nazionale). Per fronteggiare e prevenire il problema della ludopatia la Regione Umbria negli ultimi 15 mesi (gennaio 2016 – marzo 2017) ha avviato una serie di iniziative e interventi i cui risultati sono stato illustrati dall’assessore regionale Luca Barberini (Salute, Coesione sociale e Welfare) in occasione del monitoraggio annuale effettuato per verificare l’applicazione e l’impatto delle misure previste dalla legge regionale 21/2014 contro la ludopatia.

I MALATI DI GIOCO D’AZZARDO – A marzo 2016 è stato attivato il numero verde 800.410.902 per l’ascolto e la consulenza, che è stato associato al Centro di riferimento regionale per il trattamento della dipendenza da gioco d’azzardo problematico, istituito nel 2014 presso il Dipartimento dipendenze della Usl Umbria 2 a Foligno. Le chiamate giunte al numero verde 800.410.902 sono state 89: 50 effettuate dal giocatore, 37 da familiari o amici, 2 da associazioni. La maggioranza dei giocatori sono maschi (35 contro 15) e provengono da fuori regione (26 contro i 22 umbri, 2 non qualificati). La fascia di età più coinvolta dal problema è quella tra i 40 e i 49 anni, seguita dalle fasce di età 20-39 anni e 50-60 anni. Nel 2015 la spesa è stata di circa 1.029 milioni di euro per i soli giochi autorizzati dai Monopoli.

GLI ESERCIZI COMMERCIALI – Da maggio 2016 a marzo 2017 il numero degli esercizi commerciali autorizzati a detenere gli apparecchi per il gioco d’azzardo lecito è passato da 1.397 (1.054 nella provincia di Perugia e 393 in quella di Terni) a 1.286, con una diminuzione del 7,9%. “Non è possibile dire con certezza – afferma l’assessore Barberini – che cosa abbia determinato questo cambiamento ma è evidente che dopo le misure introdotte contro la ludopatia è aumentato, in tutta la comunità regionale, il livello di attenzione verso questo fenomeno”.

LA CURA – Positivi i risultati dell’attività condotta dal Centro di riferimento regionale di Foligno, il cui “modello clinico e organizzativo verrà applicato nel resto della regione, con una rete di servizi integrata che garantisca un approccio multidisciplinare e omogeneo. Tutto questo mentre in entrambe le Usl sono già stati attivati punti per l’accoglienza e la presa in carico dei giocatori patologici e delle loro famiglie, in quasi tutti i distretti sanitari del territorio regionale”. Inoltre per favorire un sistema di intervento integrato sono stati realizzati numerosi corsi di formazione per operatori sanitari e sociali, volontari di associazioni impegnate contro il gioco d’azzardo ma anche per gestori e personale delle sale da gioco (obbligatori) con il trattamento di temi legati alle cause e agli effetti del gioco d’azzardo.

LA PREVENZIONE – La ludopatia si sconfigge anche tramite la prevenzione. Proprio per questo la Regione ha indetto una campagna di comunicazione, che dopo una prima fase esclusivamente online sotto forma di concorso di idee passerà sui media tradizionali e canali innovativi. E’ stato anche creato il marchio ‘No Slot’ per quei esercizi commerciali che disinstallano o non installano apparecchi per il gioco. “Particolare attenzione – conclude l’assessore – è stata rivolta ai giovani, con attività di promozione della salute svolte nelle scuole attraverso programmi di formazione specifica sul tema delle dipendenze, rivolti a studenti, docenti e operatori socio-sanitari, con una partecipazione di 721 persone nell’anno scolastico 2016/2017”.

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