Sistemi “Linee Vita” la progettazione di idonee misure di sicurezza come deterrente alle cadute dall’alto

Giancarlo Vitali

Giancarlo Vitali

«La prevenzione nasce sempre in fase progettuale ma questo purtroppo non sempre è la realtà: la progettazione è da molti considerata una fase inutile e di conseguenza un costo superfluo, installare sistemi di anticaduta viene considerato un obbligo e non un metodo». Parola di Giancarlo Vitali, presidente di Linea Vita by COMED srl, azienda di Bergamo specializzata in sistemi di protezione contro le cadute dall’alto, che da oltre 35 anni lavora per offrire servizi di massimo livello con un unico obiettivo: «Salvare la vita di chi lavora in quota» ma che rileva la grande difficoltà di distinguere la fase progettuale con quella esecutiva .

«La fase progettuale è l’”ABC” della prevenzione, necessaria al rilevamento dei rischi in funzione delle esigenze operative  e l’adozione di idonee misure di sicurezza in dotazione all’opera per garantire la sicurezza degli operatori che lavorano in quota – sottolinea il presidente della prima società in Italia ad aver depositato un marchio registrato “Linea Vita” -. L’installazione di sistemi di sicurezza in dotazione all’opera come le linee vita permanenti vengono solo recepite come un obbligo legislativo e  non come un’utilità delle funzioni». La riduzione degli infortuni di chi lavora è un obbligo morale oltre che una responsabilità. Particolare attenzione: «Chi risponde è spesso  il committente, il primo soggetto a dover garantire la salute e la sicurezza degli addetti incaricati  all’esecuzione di un lavoro – prosegue Vitali -. Il committente è al vertice del triangolo della sicurezza alla cui base c’è il progettista qualificato e il coordinatore della sicurezza che in fase progettuale hanno il ruolo di rilevare le esigenze operative, effettuare l’analisi del rischio, sviluppare uno studio di fattibilità nel predisporre idonee misure tecniche di sicurezza in dotazione all’opera ed elaborare procedure operative da mettere in atto durante le attività lavorative».

«Purtroppo oggi – conclude Vitali – è diventata una prassi comune rivolgersi direttamente ad installatori o ad esecutori di lavori  anche per la progettazione di “ linee vita”  escludendo di fatto  la fase progettuale in cui professionisti con specifiche competenze elaborano idonee soluzioni, ne verificano la conformità in tutte le sue fasi e ne rispondono con specifico rilascio di una  “asseverazione di conformità” necessaria alla messa in servizio dei sistemi, senza la quale questi sistemi non possono essere utilizzati».

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