Sono calati nel 2016 gli occupati nel settore privato.

Il calo delle assunzioni nel solo comparto privato è stato certificato dall’Inps e si parla di numeri importanti, con una evidenza nella diminuzione del 7,4%, che nessuno si aspettava. Insomma, la riduzione numerica è di 464.000 unità in meno rispetto allo stesso periodo del 2015. Le assunzioni che hanno avuto la maggiore contrazione sono state quelle dei contratti a tempo indeterminato: ne sono stati firmati 763 mila in meno rispetto all’anno prima, pari ad un meno 37,6%. La dinamica che ha determinato il calo è facile da spiegare: era scaduto il regime agevolato a favore dei datori di lavori, che aveva una durata di tre anni, regime che aveva generato un vero boom di assunzioni. Ma anche per le “conversioni” dei contratti da tempo determinato ad indeterminato, per quella che viene chiamata la stabilizzazione, c’è stato forte calo: meno 35,4%.
Ancora numeri: così le nuove assunzioni si risolvono coi contratti a tempo determinato, vale per 3,7 milioni di lavoratori, raddoppiando, o quasi, il numero del 2015. I contratti stagionali registrano poi una riduzione del 5,6%. Aumentano pure i rapporti di apprendistato.
Non aumenta che pochissimo il ricorso al voucher, 8,9 milioni di lavoratori, con un incremento del 3,9%. Dati come sempre contrastanti che danno solo in parte il quadro dinamico dell’occupazione anche se la segretaria della Cgil, Susanna Camusso li ha definiti preoccupanti mentre il ministro del Lavoro Poletti, ha affermato che gli strumenti legislativi hanno determinato un vero miglioramento del mercato del lavoro e che il miglioramento è diventato strutturale mentre la direzione imboccata è quella giusta.

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