Il referendum sui voucher? Sì ma forse anche no!

Forse si voterà a giugno per il referendum sui voucher. Il forse è d’obbligo in quanto il Governo potrebbe anche operare delle sostanziali modifiche al sistema dei voucher, riportandolo entro sentieri accettabili. Lo strumento era stato avviato per poter pagare i lavori che venivano saldati in “nero”, lavori saltuari, precari, di brevissima durata. L’idea iniziale era stata davvero ottima in quanto riconduceva nell’alveo della legalità milioni di lavoratori che non avevano, anche se nel breve periodo, né copertura assicurativa e né quella contributiva. L’uso sconsiderato dei voucher, la mancanza dei controlli ha fatto sì che quello strumento fosse adoperato da qualsiasi datore di lavoro per ogni occupazione e non per quelle per cui era nato. Un po’ d’ordine, allora. Il provvedimento del voucher venne pensato per i lavori stagionali nell’agricoltura per esempio, per la raccolta dell’uva dell’oliva, dove i lavoratori erano nella gran parte dei casi pagati in nero per il periodo del lavoro, generalmente un mesetto. E poi per gli studenti, che la sera fanno i camerieri, e per altre decine di lavori che non avrebbero, e non avranno, mai la possibilità di emergere. Invece il voucher è stato abusato ed adoperato per tantissime attività anche quelle in cui l’assunzione sarebbe stata compatibile. La Cgil, che ha raccolto le firme per i referendum, nonostante che l’avesse adoperato in molte occasioni nel suo interno, si è dichiarata contraria al voucher, ritenendo che si dovrebbe “cassare” dall’ordinamento italiano senza però indicare quale forma da introdurre per il lavoro saltuario. Il governo invece, con tutte la cautele e modifiche, lo ritiene uno strumento molto flessibile e, con qualche miglioramento e soprattutto con molte limitazioni, meritevole di continuare a funzionare: la voce più forte l’ha fatta sentire il Ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, che ha semplicemente sostenuto che “indietro non si torna”.  Si pensa allora di eliminare i voucher nell’edilizia ma anche limitarne ad un anno o forse meno la sua durata, insomma correttivi importanti. Ora la parola al Governo.

Exit mobile version