Le imprese familiari in Italia

Come si fa a espandersi e a divenire via via più grandi? La ricetta delle aziende sembra essere la stessa, e vale doppia se la proprietà è racchiusa in ambito familiare: l’internazionalizzazione.

In pratica il destino delle aziende di dimensioni medie sembra legato molto alla capacità di adattamento a diversi mercati, nonché alla finalizzazione di processi di acquisizione e di fusione. L’Osservatorio Aub (Aidaf, Unicredit, Bocconi) ha presentato una ricerca proprio sulle aziende a conduzione familiare, con ricavi minimi di 20 milioni di euro. Nel 2015 le aziende in Italia sono oltre 10.000 con ricavi complessivi superiori agli 800 miliardi di euro. Più del 60% sono comprese tra i 20 e i 50 milioni di euro di ricavi.

La dimensione aziendale sembra in genere favorire gli investimenti esteri. Questo il commento di Donato Iacovone, ad di Ey in Italia e managing partner dell’area mediterranea, come riportato dal “Sole 24 Ore”: “Le aziende familiari sono di fronte a cambiamenti radicali, spinte dalla rivoluzione digitale che modifica i modelli di produzione e relazione. Quelle di maggior successo hanno cavalcato il cambiamento, l’innovazione e si sono aperte ai mercati del mondo. Ora devono guardare a modelli collaborativi e multidisciplinari per accelerare il processo innovativo”.

Le imprese familiari inoltre, tirate spesso in ballo per il disastroso passaggio da una generazione all’altra, quando funzionano sono invece molto più virtuose delle altre. I dati dell’Osservatorio infatti dimostrano che fatti 100 i ricavi dal 2007 al 2015 (dall’inizio della crisi), le imprese familiari sono arrivate a 145,2, mentre le altre a 131,8. Un dato positivo per un paese come l’Italia da sempre legato a un capitalismo di tipo familiare.

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