Madonna della Neve, una scuola innovativa per la vita

Padre Paolo de carlo e Isa Navoni
Una scuola dinamica e progettuale, aperta a tutti e orientata al cambiamento, con radici culturali-educative salde nel passato e dove la formazione scolastica non è più solo un diritto-dovere ma anche un’occasione per costruire insieme un progetto di vita personale. Nasce da queste intuizioni la formula didattica dell’Istituto paritario Madonna della Neve di Adro, in provincia di Brescia, che da oltre 30 anni rappresenta un modello unico nel panorama formativo e scolastico regionale. L’Istituto attua, infatti, in tutti i gradi di scuola significative esperienze innovative, l’ultima delle quali  è la metolodogia-didattica Dada messa in atto nei licei e mutuata dal sistema educativo anglosassone.

Il legame con le famiglie del territorio è il faro che continua a illuminare il percorso educativo dell’Istituto, situato nei pressi dell’omonimo santuario dei Padri Carmelitani Scalzi, nell’accompagnare la crescita dei bambini dall’ingresso nella scuola dell’obbligo fino alle porte dell’università. «Fino al 1983 c’era solo il seminario minore della Provincia Veneta dei Padri Carmelitani Scalzi – spiega Padre Paolo De Carli, direttore dell’Istituto che l’anno scorso ha raggiunto oltre 1100 iscritti -. Quando il “Collegino” venne chiuso, in collaborazione con i docenti e le famiglie di Adro fu aperta la scuola media cattolica che ai tempi contava solo due classi. Oggi possiamo invece contare su un percorso formativo completo che comincia con la scuola primaria e si conclude con il liceo scientifico, classico e linguistico».

L’Istituto Madonna della Neve è una scuola paritaria e cattolica strutturata come una vera e propria comunità educante all’interno della quale tutte le componenti – docenti, genitori e allievi – definiscono le rispettive identità e insieme progettano percorsi di crescita in un contesto di libertà e di pluralismo cattolico. «Siamo comunque una scuola aperta a tutti – continua Padre De Carli – e le nostre rette sono tra le più basse in provincia, con la possibilità di contare sul supporto di Fondazioni e benefattori pubblico-privati per le famiglie in difficoltà che possono scegliere fra 3 fasce: la scelta è libera, non deve essere documentata ma permette a chi ne ha la possibilità di sostenere l’Istituto nelle spese per la didattica».

Oltre all’attenzione all’insegnamento delle lingue straniere e alle certificazioni attraverso gli istituti Cambridge, Dele-Cervantes e Goethe, ai progetti extracurriculari che vanno dalla musica allo sport fino all’informatica, e agli stage obbligatori per l’alternanza scuola lavoro, il fiore all’occhiello della formazione liceale si chiama Dada che significa «Didattiche per ambienti di apprendimento». Tradotto in altre parole le classi sono suddivise in dipartimenti disciplinari e i ragazzi girano di aula in aula, mentre i professori restano nello stesso spazio di lezione che diventa così protagonista, assume una sua identità e l’ambiente diventa così una situazione educativa a tutti gli effetti.

«È una formula innovativa nata nei Paesi anglosassoni ma in Italia sono pochissimi i licei ad averla messa in pratica – spiega Isa Navoni, preside dei tre licei -. Questo modello stimola la partecipazione attiva dei ragazzi perché il movimento sarebbe, secondo studi scientifici, un fattore vincente per incoraggiare l’apprendimento. Ad ogni Dipartimento disciplinare è stato affidato un colore identificativo ed è stata focalizzata l’attenzione sulla strumentazione in adozione: niente più aule standardizzate, asettiche o corridoi tutti uguali, quindi, ma ambienti flessibili e personalizzati dai docenti in modo tale da consentire maggiori stimoli e un ruolo attivo degli studenti che hanno l’opportunità di “migrare” da un’aula all’altra in pochi minuti. Anche il collegio docenti è chiamato a una piccola rivoluzione perché con il metodo Dada i professori preparano le lezioni insieme in un’ottica intercollegiale».

Altra novità pronta a partire a settembre riguarda le classi prime dei licei che, per certe discipline, saranno suddivise in gruppi di lavoro per competenze: «L’idea è di andare oltre il concetto di classe chiusa e vogliamo stimolare i ragazzi alla condivisione delle conoscenze e al miglioramento reciproco – conclude Navoni -. Inoltre, con il nuovo anno scolastico proseguiremo nella collaborazione con l’Università Cattolica di Milano per le attività di orientamento: ogni studente fin dalla prima avrà un portfolio dedicato al proprio percorso didattico ed extracurriculare per aiutarlo a capire le proprie attitudini e facilitarlo nella scelta dell’università».

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