L’apprendistato verso il sistema duale

È stato presentato pochi giorni fa il rapporto annuale dell’ISFOL su apprendistato e formazione professionale. Un documento atteso dagli esperti in tema di politiche del lavoro, anche per misurare nel breve periodo gli effetti del Jobs Act.

Partiamo con i dati più allarmanti. Nella fascia d’età 15-29 anni, oltre un quarto dei giovani non studiano né lavorano, secondo i dati ufficiali. Nel 2015 invece c’è stato un calo dei contratti di apprendistato dell’8%.

Per il governo, il sistema cosiddetto duale è l’unica soluzione. Il Jobs Act in effetti introduce alcune innovazioni sul meccanismo di alternanza scuola-lavoro, ma i suoi effetti al momento non si sono ancora visti.

Come riportato nel sito di Confartigianato, anche Giorgio Merletti, presidente della Confederazione, ha condiviso la strada intrapresa dal governo: “Perché sapere e saper fare devono incontrarsi e ancor più positivamente nel mondo dell’artigianato e delle piccole imprese. Gli unici che ci devono guadagnare da tutte queste iniziative sono i giovani, che sono il futuro nostro, delle nostre aziende, delle nostre famiglie e soprattutto del nostro Paese”. Anche Gigi Petteni della Cisl ha manifestato la sua apertura su questo fronte.

Importanti le parole di Davide Faraone, sottosegretario al MIUR: “Quest’anno abbiamo sperimentato per la prima volta nella storia del Paese un percorso di alternanza scuola-lavoro obbligatoria per tutti gli istituti, tecnici, scientifici, classici. È una bellissima sperimentazione con numerose iniziative che quest’anno hanno impegnato oltre 500.000 ragazzi ma che già nel prossimo anno diventeranno 1 milione tra le terze e le quarte classi. La scuola è spinta a relazionarsi sempre più con imprese e luoghi della cultura e credo che questa relazione si strutturerà sempre più e rafforzerà anche strumenti di rapporto di lavoro come l’apprendistato che sono figli di questa relazione fra scuola, formazione, impresa”.

Visto che di sperimentazioni si sta ancora parlando, per una concreta spinta sul piano dell’occupazione per le giovani generazioni, è ipotizzabile che dovremo attendere ancora 2, 3 anni.

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