Confindustria investe in libri

Che il mondo dell’economia e quello della cultura siano inconciliabili è una menzogna smentita a più riprese nel corso della storia. Le aziende sanno che un dipendente formato, curioso di ciò che lo circonda è più produttivo ed eventualmente in grado di proporre soluzioni creative.

I libri non fanno eccezione. Per questo, in occasione di “Io leggo perché”, una iniziativa di promozione della lettura dell’Associazione italiana editori, il Gruppo tematico Cultura della Confindustria ha deciso di dare il proprio contributo.

Nello specifico, attraverso le proprie sedi locali, Confindustria si impegnerà a rafforzare la presenza delle biblioteche aziendali e a favorire un intercambio con quelle comunali. Dove sarà possibile inoltre alcune aziende organizzeranno degli incontri con i propri dipendenti per sponsorizzare l’iniziativa “Io leggo perché”.

La manifestazione, che l’anno scorso suscitò qualche polemica per via dei libri proposti (sempre delle solite case editrici, lamentavano alcuni), è stata lanciata lo scorso 5 maggio e prevede una mobilitazione di oltre 1.000 librerie dal 22 al 30 ottobre 2016. Inoltre, tramite un sito internet apposito, ognuno potrà diventare un “messaggero” della lettura. L’invito, in quella occasione, ma anche in altri periodi dell’anno, è di acquistare e donare libri.

L’Italia, al di sotto del 50% di lettori di almeno un libro nell’arco dell’anno, ha ancora molta strada da fare. E in questo senso, tra i settori editoriali più carenti (non certo come offerta) figura proprio l’aggiornamento professionale, ovvero libri sul “know-how” o sulle scoperte in diversi campi che dovrebbero stimolare i professionisti e gli imprenditori.

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