La formazione di alto livello passa per l’Italia

La situazione delle università italiane non è così rosea come testimoniano il numero degli iscritti in calo (in dieci anni sono stati perse oltre 60.000 matricole, il 20%), e la diminuzione delle cattedre e del personale tecnico-amministrativo. In più, complice la crisi, l’aumento delle tasse con i nuovi criteri Isee ha spesso messo all’angolo le famiglie e costretto molti giovani a non proseguire gli studi.

Ma c’è anche un’altra componente, più sottile e di ordine psicologico: l’idea che lo studio non paghi e sia meglio cercarsi un lavoro prima possibile. Questa considerazione sicuramente non sarà nella testa di chi sceglie (e può) di frequentare istituti come la Bocconi e il Politecnico di Milano, e in particolare di proseguire la propria esperienza formativa ben oltre la laurea. Le loro scuole di business (si tratta di master post laurea, Mba, programmi di formazione mirati) sono state inserite nella lista del “Financial Times” (Ranking Executive Education 2016) che elenca le migliori al mondo.

Tra i meriti delle due prestigiose istituzioni educative c’è proprio quello di unire studio e lavoro. Nello specifico la School of management del Politecnico si piazza al 77esimo posto nel mondo, mentre la Sda Bocconi addirittura al sesto (per i soli corsi su misura). In pratica, la frequenza di questi due percorsi di studio permette poi di intraprendere una carriera di sicuro successo.

Tra i punti a favore di queste due eccellenze italiane il livello di interazione con le imprese, i metodi di studio innovativi, con materiali didattici anche in formato digitale, la preparazione del corpo docente, le partnership con altre scuole di business.

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