La “spending review” nella PA

Il governo fa sul serio. La Pubblica Amministrazione sarà chiamata a fare nuovi sacrifici nell’anno in corso e nei prossimi. La legge di stabilità aveva già previsto il blocco del turn over al 25%, il provvedimento sicuramente di maggiore impatto sulle casse dello stato.

Ma alcune operazioni più specifiche riguarderanno anche l’operatività quotidiana dei dipendenti della Pubblica Amministrazione. Per il 2016 è previsto ad esempio lo stop totale degli acquisti di auto, mentre tagli significativi riguarderanno il mobilio e le apparecchiature elettroniche.

Il documento del ministero dell’Economia è molto chiaro: nessuna amministrazione potrà “effettuare spese di ammontare superiore al 20% della spesa sostenuta in media negli anni 2010 e 2011 per l’acquisto di mobili ed arredi, se non destinati all’uso scolastico e dei servizi all’infanzia”.

Tra i capitoli di spesa che dovranno essere sensibilmente ridotti, la voce “consulenze esterne”, di cui si è fatto ampio uso negli ultimi anni. Se nell’anno in corso ci si vorrà avvalere di professionisti esterni, la spesa non potrà superare del 20% quanto speso nel 2009. Un modo per frenare il ricorso (talvolta sospetto) alle consulenze strapagate.

Università, istituti di previdenza, enti locali e altri soggetti pubblici dovranno dunque fare ancora più attenzione nel bilancio annuale. Gli organi di controllo (primi tra tutti i ministeri di riferimento) saranno invece chiamati a vigilare sul rispetto di queste norme, il cui effetto globale si vedrà al termine del triennio 2016-2018.

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