Bombe d’acqua e allagamenti, allarme in Veneto per i seminativi

alluvione

Bombe d’acqua e allagamenti stanno creando problemi ai seminativi in Veneto. Le aree più critiche nell’Alto Polesine e nel Basso Padovano, con problemi soprattutto al mais e alla soia, appena seminati. Preoccupazione anche nella pianura veronese, con alcuni torrenti dell’Est Veronese che sono esondati. Nel Veneziano pioggia e freddo stanno rallentando e complicando le fasi di semina delle più importanti coltivazioni.

“Le piogge sono state il culmine di un periodo particolarmente abbondante in termini di precipitazioni – sottolinea Chiara Dossi, presidente della sezione cereali alimentari di Confagricoltura Veneto e titolare di un’azienda prevalentemente cerealicola ad Adria, in provincia di Rovigo -. È vero che l’acqua, da un lato, ha portato grande beneficio alle falde e alle semine, ma dall’altro ha creato problemi soprattutto al mais, unitamente alle basse temperature. I danni sono a macchia di leopardo: nell’Alto Polesine sono già stati riseminati parecchi ettari, anche a causa delle grandinate di un paio di settimane fa, e pure quello appena seminato è a rischio, se dovesse continuare a piovere. Anche nel Basso Padovano molti campi sono andati sott’acqua, con il rischio di asfissia delle piante. La difficoltà di lavorare i terreni impregnati d’acqua e di fare i necessari trattamenti comporta il rischio di insorgenza di malattie fungine. Ma la preoccupazione è anche per il frumento, perché troppe piogge non fanno bene quando è in fase avanzata com’è ora, cioè in spigatura, e per l’orzo. Speriamo che non ne risenta la qualità, che è importante per la definizione del prezzo”.

L’anno scorso a preoccupare era stato il lungo periodo di siccità tra l’autunno e l’inverno, che aveva portato a un calo delle rese del frumento. Quest’anno la situazione è esattamente opposta, dato che in due mesi e mezzo è scesa l’acqua che di solito si vede in un anno. “Il clima ci sta mettendo a dura prova, anche se siamo attrezzati per lavorare al meglio – spiega Giuliano Bonfante, presidente della sezione seminativi di Confagricoltura Padova -. Nel Padovano la situazione è particolarmente critica a Montagnana, Merlara, Borgo Veneto e Casale, dato che ieri sono caduti 200 millimetri di pioggia, con terreni saturi d’acqua o allagati. Temiamo danni per il mais, che è alla quinta o sesta foglia, se l’acqua non va via in fretta, ma anche la soia, appena seminata, marcirà se rimarrà a lungo sommersa. E il guaio è che le previsioni prevedono pioggia anche per oggi. Inoltre, l’orzo e il frumento, dove le piogge sono state abbondanti, stanno allettando: le piante non riescono più a stare in piedi e, se non si asciugano in fretta, c’è il rischio che la spiga muoia o risulti striminzita. C’è anche la difficoltà di entrare nei campi, con il rischio che gli argini, scavati dalle nutrie, cedano. Qualche anno fa, a Casale, un agricoltore si ribaltò con il trattore e morì”.

Nel Veronese il quadro è critico a Sud ed Est, dove alcuni torrenti hanno tracimato in alcuni punti. La tensione tra gli agricoltori è alta: “Ci auguriamo che chi coltiva cereali abbia impostato un piano programmato contro le fitopatie – rimarca Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona -. In caso contrario, il rischio di infezioni fungine è alto. Chi ha seminato il mais questa settimana dovrà attendere qualche giorno per vedere se ci sono stati danni, ma i guai veri ci saranno se continuerà a piovere in maniera abbondante, perché c’è il rischio di asfissia della pianta”.

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