Il blocco delle assunzioni di personale civile italiano nelle basi militari americane in Italia è stato ufficialmente confermato nel corso di un incontro tra i rappresentanti sindacali e i vertici del 31° Fighter Wing di Aviano (Pordenone). Il provvedimento, con effetto retroattivo dal 2 marzo, coinvolge anche i lavoratori assunti nell’ultima settimana, che saranno costretti a lasciare il servizio.
Secondo quanto riferito da Angelo Zaccaria (Uiltucs) e Roberto Del Savio (Cisl), la misura riguarda circa 60 persone, tra contratti a tempo determinato non rinnovati e posizioni vacanti che resteranno scoperte, nonostante vi fossero bandi per la loro copertura con urgenza.
Per affrontare la situazione, è stato indetto per il 18 gennaio un coordinamento nazionale tra tutte le rappresentanze sindacali delle basi USA in Italia, con l’obiettivo di elaborare una strategia per contrastare questa politica, che potrebbe rientrare in un più ampio ridimensionamento dell’impegno americano nel Paese.
La decisione di Washington preoccupa i sindacati, che temono ripercussioni occupazionali e strategiche per i lavoratori italiani impiegati nelle strutture militari statunitensi.