Nel suo intervento alla Settimana Parlamentare Europea 2025, Mario Draghi ha lanciato un monito sulla necessità che l’Unione Europea agisca con maggiore unità per affrontare le sfide globali. Secondo l’ex presidente della BCE ed ex premier italiano, la complessità delle attuali crisi richiede un coordinamento senza precedenti tra governi nazionali e istituzioni comunitarie.
Sicurezza e geopolitica: l’Europa sempre più sola nella difesa dell’Ucraina
Draghi ha sottolineato come le recenti dichiarazioni dagli Stati Uniti lascino presagire che l’Europa potrebbe trovarsi da sola a garantire la sicurezza in Ucraina e nel resto del continente. La situazione geopolitica richiede dunque un’azione congiunta e tempestiva, poiché l’economia europea sta ristagnando mentre il resto del mondo cresce.
Oltre alla crisi ucraina, l’Unione dovrà affrontare nuove tensioni economiche con gli Stati Uniti, che potrebbero imporre dazi penalizzanti sulle esportazioni europee. Inoltre, l’aumento delle tariffe statunitensi sulla Cina potrebbe portare a un sovrafflusso di prodotti cinesi verso l’Europa, mettendo in difficoltà le imprese europee.
Energia: ridurre i prezzi è una necessità
Un altro tema chiave toccato da Draghi riguarda il costo dell’energia, che in Europa è ancora due-tre volte superiore rispetto agli Stati Uniti. Questo incide negativamente sia sull’industria tradizionale che sulle tecnologie avanzate, come i data center, il cui consumo energetico è destinato a triplicare entro la fine del decennio.
Secondo Draghi, il problema è aggravato da fattori interni all’Unione, tra cui scarsa coordinazione nell’approvvigionamento del gas, tasse elevate e reti energetiche insufficienti. Tuttavia, queste criticità possono essere risolte attraverso riforme mirate, tra cui:
- Riforma del mercato energetico europeo
- Aumento della trasparenza nel commercio di energia
- Investimenti in reti e interconnessioni
- Installazione più rapida di energie rinnovabili
- Maggior utilizzo di contratti energetici a lungo termine
Industria e innovazione: “L’Europa è il peggior nemico di sé stessa”
Draghi ha denunciato come l’Unione Europea spesso autolimiti la propria capacità di innovazione con un eccesso di regolamentazione e frammentazione. Nonostante un mercato interno paragonabile a quello statunitense, le barriere normative interne equivalgono a tariffe nascoste del 45% per la produzione e del 110% per i servizi.
Per rilanciare la competitività europea, Draghi propone di:
- Standardizzare e armonizzare le normative tra gli Stati membri
- Semplificare le procedure burocratiche
- Creare un mercato dei capitali più orientato al capitale di rischio
- Bilanciare meglio la regolamentazione e l’innovazione, evitando eccessi di precauzione che rallentano il progresso tecnologico
A titolo di esempio, ha citato il GDPR, che ha aumentato i costi dei dati del 20% per le aziende europee, ostacolando la crescita delle imprese digitali rispetto ai competitor statunitensi.
Transizione energetica e volatilità del gas
Infine, Draghi ha evidenziato come la transizione energetica presenti ancora sfide significative, con prezzi del gas naturale altamente volatili e in crescita del 40% da settembre. L’Europa deve agire con urgenza per evitare che l’aumento dei costi dell’energia alimenti tensioni interne e ostacoli la ripresa economica.
“Se vogliamo garantire la nostra sicurezza, la nostra competitività e la nostra indipendenza economica, dobbiamo agire sempre di più come se fossimo un unico Stato”, ha concluso Draghi.